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I cinque criteri per evitare la schiavitù in portafoglio

2/21/2022 | Redazione Advisor

Secondo AllianceBernstein (AB) l’approccio di ricerca mirato e l’engagement diretto con le aziende rappresentano uno dei modi migliori per affrontare il tema della schiavitù moderna.


I profitti generati dal lavoro forzato sono stimati in 150 miliardi di dollari l’anno. Non si tratta certo di una buona notizia. L’aspetto positivo è che le imprese e gli investitori possono contribuire ad affrontare il problema, sia individualmente che attraverso la collaborazione.

 

La collaborazione entra in gioco quando gli investitori attuano un engagement diretto con le imprese per comprendere come gestiscono il rischio di schiavitù moderna nelle loro operazioni e incoraggiarle a prendere misure concrete per contrastarla. Ecco perché secondo AllianceBernstein (AB) l’approccio di ricerca mirato e l’engagement diretto con le aziende rappresentano uno dei modi migliori per affrontare il tema della schiavitù moderna.

 

In particolare AB si è chiesta quali siano le best practice aziendali in materia di schiavitù moderna ed ha individuato cinque criteri per definire un benchmark collettivo per le best practice nella gestione del rischio di schiavitù moderna, o dei rischi per le persone. Vediamo quali sono i criteri individuati.

 

Quadro di governance: quali misure stanno prendendo il consiglio d’amministrazione e la leadership aziendale – tramite politiche e procedure, come pure mediante la cultura e i valori aziendali – per allineare il business all’obiettivo di ridurre il rischio di schiavitù moderna?

 

Identificazione del rischio: questo è un compito difficile e delicato, a causa della natura criminale e segreta delle pratiche di schiavitù moderna. In che misura l’azienda comprende la natura del problema, e quanto sono robusti le tecniche e i processi usati per identificare il rischio?

 

Piano d’azione per ridurre i rischi: il piano d’azione offre una soluzione realistica per ridurre il rischio per le persone all’interno dell’azienda e delle sue filiere produttive? L’impresa identifica correttamente i rischi e offre a dipendenti e fornitori una formazione efficace e l’autonomia necessaria per indurli a mitigarli?

 

Efficacia del piano d’azione: in che misura i provvedimenti presi dall’azienda hanno ridotto il rischio e in che modo il consiglio e l’alta dirigenza misurano i progressi compiuti? Quali procedure sono in atto per assicurare che le misure di follow-up siano attuate e monitorate?

 

Miglioramento futuro: per molte aziende, il percorso di riduzione del rischio di schiavitù moderna sarà lungo e a tratti poco familiare. Le migliori aziende riusciranno a valutare i loro progressi a ogni passo e ad attuare cambiamenti nell’ottica di migliorare continuamente la propria performance in relazione a ciascun criterio.

 

Oggi fortunatamente c’è una maggiore consapevolezza sul tema e da un atteggiamento iniziale di “laissez-faire”, le aziende cominciano a vedere nella schiavitù moderna un rischio che deve essere gestito (soprattutto in quanto problema di reputazione). La strada però per affrontarlo sembra essere quella dell’engagement tra investitori e aziende. Solo avendo una solida conoscenza delle best practice aziendali nell’affrontare la schiavitù moderna, si può portare nel tempo a compiere importanti passi avanti nella lotta contro questo male sociale diffuso e a migliorare le condizioni delle sue vittime.

 

Credits foto: Photo by The Vegan Monster from Pexels

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