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COP26, Investimenti e Pianeta: “And yet…”

10/30/2021

Negli antichi sonetti inglesi spesso sono queste le due parole utilizzate per introdurre il “punto di svolta” che porta ad una risoluzione (drammatica o positiva) della vicenda narrata. Quale sarà il finale di COP26?


Un momento decisivo nella lotta ai cambiamenti climatici”. È questa la frase che campeggia nella home page del sito dedicato alla COP26, conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021. Questa 26esima edizione del vertice annuale della “Conferenza delle Parti” (da qui il nome COP26) sarà presieduta dal Regno Unito e avrà un compito impegnativo: contenere le conseguenze devastanti dei cambiamenti climatici. Un compito impegnativo perché, nonostante gli impegni annunciati nel 2015 in occasione della COP21 di Parigi, il traguardo di riduzione delle emissioni è lontanissimo. Ad affermarlo Antonio Guterres, il Segretario Generale dell'ONU, che pochi giorni fa ha annunciato, durante la presentazione del rapporto a cura dell’Environment Program delle Nazioni Unite, relativo al divario delle emissioni 2021, che “siamo ancora sulla buona strada per la catastrofe climatica”. “Anche con gli attuali contributi determinati a livello nazionale e altri impegni dei Paesi di tutto il mondo, siamo effettivamente sulla buona strada per un catastrofico aumento della temperatura globale di circa 2,7 gradi Celsius” ha sottolineato Guterres che ha invitato a porre fine all’era “delle mezze misure e delle false speranze”.

 

Numeri alla mano, gli attuali impegni dei Governi relativi all’Accordo di Parigi sul clima potrebbero condurre a un innalzamento della temperatura media globale di 2,7° entro il 2100, ben oltre la soglia auspicata dagli scienziati di 1,5°. Un traguardo, quest’ultimo, che si potrebbe raggiungere solo tagliando le emissioni del 55% entro il 2030. Ma secondo il 12esimo UNEP Emissions Gap Report dal titolo The Heat is On, gli sforzi attuali potrebbero invece tradursi in una riduzione di appena il 7,5%. Insomma la strada da percorrere è ancora lunga ed è forse qui che il mondo degli investimenti può entrare e fare la sua parte, non solo continuando a sottolineare le grandi opportunità che si nascondono dietro alle aziende pronte a perseguire l’obiettivo cosiddetto “NetZero”, ma anche spingendo le aziende che non lo fanno a cambiare direzione.

 

Recentemente è stato annunciato il debutto dell’indice di Piazza Affari MIB ESG,  il primo indice ESG (Environmental, Social and Governance) dedicato alle blue-chip italiane, pensato per individuare i grandi emittenti italiani quotati che presentano le migliori pratiche ESG. Un’iniziativa che ha anche l’obiettivo di incentivare le aziende a perseguire obiettivi ambiziosi dal punto di vista “climatico” (e non solo) pur di entrare in questo “club” capace di attirare investitori e performance.

 

Come può il risparmio essere protagonista di questi cambiamenti? Sarà questa la domanda che accompagnerà nelle prossime settimane diverse iniziative di AdvisorOnline.it. Ai temi di COP26 e alle decisioni che saranno prese (o non prese) dedicheremo articoli, approfondimenti e video interviste dedicanto, per tutto il mese di novembre, ogni sabato la newsletter weekly ai temi della COP26.

 

Perché, per dirla come si usava fare negli antichi sonetti inglesi: “And yet…”. Così spesso si introduceva nelle poesia il punto di svolta, la risoluzione della vicenda. Una risoluzione che può essere drammatica o positiva. Cosa scriveremo dopo questo “and yet…” cercheremo di capirlo grazie a COP26 e ai protagonisti del risparmio gestito.

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