Tempo di lettura: 3min

Cambiamento climatico: i vincitori e i perdenti del prossimo decennio

7/16/2021 | Redazione Advisor

Robeco indica quali saranno i settori premiati da questa sfida e quelli che invece subiranno delle perdite se non…


È probabile che le aziende che non percepiscano adeguatamente i rischi dovuti al cambiamento climatico possano avere difficoltà a sopravvivere. L’obiettivo di decarbonizzazione su scala globale produrrà inevitabilmente dei vincitori e dei vinti. Tra i primi si potranno indubbiamente annoverare quelle aziende che già oggi propongono le più svariate soluzioni tecnologiche al cambiamento climatico. Tra i perdenti si conteranno le società molto più lente nell’adattarsi ai modelli di business basati su basse emissioni di carbonio, nel prossimo decennio.

 

Per esempio, molte case automobilistiche hanno già annunciato piani per una gamma di modelli completamente elettrici entro il 2030, per evitare che le loro attività diventino obsolete. Le compagnie aeree sono un caso diverso. Al momento non è possibile produrre aerei a batteria, ma l’industria si sta indirizzando verso quelli con bimotore, più efficienti dal punto di vista del carburante, e molte aziende hanno annunciato piani per abbandonare le flotte di jumbo jet a quattro motori. Il quadro è ancora diverso per le compagnie energetiche, poiché il mondo continuerà a dipendere dal petrolio e dal gas per molti anni a venire. Questo significa che i vincitori in questo settore saranno quelli i cui modelli di business si convertiranno all’energia eolica e solare, in vista di un futuro in cui petrolio e gas si esauriranno o non saranno più commerciabili. Lo spiega bene Gilbert Van Hassel, ceo di Robeco

 

Nell’analizzare il settore del cambiamento climatico, Robeco ha intravisto delle opportunità nelle utilities europee. “Il settore utility si trova in prima linea in questa sfida globale, poiché chiamato ad una duplice sfida: fornire energia affidabile a prezzi accessibili e con basse emissioni di carbonio ad una popolazione in crescita, e affrontare il cambiamento climatico decarbonizzando la flotta di generatori” ha riferito Ihor Okhrimenko, senior credit analyst di Robeco 

 

Il settore utility europeo è al secondo posto per intensità di emissioni (misurate come emissioni per capitale) e contribuisce al 32% delle emissioni industriali Scope 1, secondo un’analisi di Robeco condotta su 424 aziende europee in undici settori. Questo settore emette 1 kg di gas serra per ogni euro di profitto, e per ogni 1,6 euro di valore d’impresa.

 

“Crediamo nelle aziende che migliorano la qualità dei propri asset e riducono la propria struttura di costi, puntando al tempo stesso ad un’efficace diversificazione. Questo implica non solo l’abbandono delle attività di produzione di energia fossile e nucleare a favore di fonti rinnovabili, come l’eolico e il solare, ma anche l’investimento nelle reti, le strategie di efficienza energetica nelle attività di fornitura, la divulgazione delle emissioni Scope 1, 2 e 3 con obiettivi concreti di riduzione delle emissioni, e la diversificazione geografica verso i mercati emergenti. Siamo positivi sulla qualità del credito del settore. Le principali aziende di utility hanno aggiornato i loro programmi di spese in conto capitale per dare priorità alle energie rinnovabili e alle reti, con proiezioni di rapporto debito netto/EBITDA considerate gestibili” sottolinea l’esperto.

 

Per quanto riguarda i contributi agli SDG specifici, l’esperto evidenzia come “ci concentriamo sugli emittenti del settore utility le cui attività riflettono un contributo positivo all’SDG 7 (energia accessibile e pulita) e all’SDG 13 (azioni per il clima) attraverso lo screening di alcuni KPI positivi e negativi. Questi includono la generazione rinnovabile/nucleare nel mix energetico, le vendite ai mercati emergenti, i piani di espansione del nucleare/carbone e l’intensità di carbonio delle operazioni. Crediamo che le aziende con queste caratteristiche positive avranno una performance finanziaria più affidabile e stabile nel lungo termine” conclude Okhrimenko.

 

 

 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?