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Credit Suisse, deludono i numeri 2010

2/10/2011 | Federico Leardini

Utile netto sotto le attese per il gruppo bancario svizzero. Secondo il ceo Brady Dugan, la situazione sta comunque migliorando


IL QUARTO TRIMESTRE - Cresce, ma meno delle attese, l'uitle netto di Credit Suisse nell'ultimo trimestre 2010.

Negli ultimi tre mesi dell'anno i profitti sono aumentati del 6% a 841 milioni di franchi svizzeri, circa 50 in più rispetto al 2009.

Risutato però nettamente inferiore alle stime degli analisti, che vedevano numeri superiori al miliardo di franchi.

Un utile netto, che secondo CS, ha risentito di svalutazioni legate al fair value sul capitale di terzi per 146 milioni a riflesso del restringimento degli spread creditizi, oltre a perdite sempre al fair value su cross currency swap esistenti sul debito a lungo termine.

I ricavi prodotti dalle attività core sono ammontati a 6,96 miliardi di franchi, in crescita del 7% su base tendenziale.

 

INVESTMENT BANKING SUPER - Particolarmente brillante la prova del comparto investment banking, che vede salire i suoi utili anteimposte a 558 milioni, oltre il 50% in più rispetto ai tre mesi estivi del 2010.

Così come Ubs, la banca svizzera sembra beneficiare di un certo slittamento dei clienti verso gli istituti europei e elvetici in particolare, anche in scia alle deludenti performance dei principali player americani come Goldman Sachs.

Secondo gli analisti, inoltre, la politica di assunzioni nel ramo promossa dall'ad Brady Dugan rende il gruppo particolarmente avantaggiato qualora il trading mostrasse ulteriori segnali di ripresa.

 

DIVIDENDI E CAPITALI - Un recente report pubblicato da S&P ha insinuato dei dubbi sull'effettiva solidità della posizione di capitale di Credit Suisse.

La banca sta cercando di rafforzare i requisiti patrimoniali per conformarsi alle nuove regole stabilite a livello nazionale e comunitario.
In questo senso va letto il taglio del dividendo a 1,3 euro per azione dai 2 euro per azione distribuiti nel 2009.

Il Credit Suisse ha anche sforbiciato l'obiettivo di return on equity a sopra il 15% da oltre il 18% inizialmente previsto, di riflesso alle nuove regole sul capitale.

L'Ad ha comunque ribadito un obiettivo di crescita netta degli asset superiore al 6%.

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