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Eurozona, come si esce dalla crisi

2/7/2011 | Federico Leardini

Maggiori garanzie e regole più solide. La maturità europea difficilmente potrà prescindere dall'assunzione di maggiori responsabilità da parte delle economie periferiche.


DUE VELOCITA' - Una regione, una moneta, ma mai come negli ultimi mesi due o più velocità.

L'Eurozona vive la sua fase di passaggio all'adolescenza, dopo 12 anni di vita, e deve fare i conti con quella che ha tutta l'aria di essere un momento di transizione determinante.

I ritmi di crescita e le situazioni finanziarie di Germania e Francia da una parte, Grecia e Irlanda dall'altra sono assolutamente incomparabili.

Gli stati virtuosi intervengono per aiutare le periferie, ma con sempre maggior ritrosia e sollecitano a Bruxelles la creazione di norme e regolamentazioni a tutela dell'Euro e dell'Europa.

 

IL PATTO FRANCO-TEDESCO - Angela Merkel e Nicolas Sarkozy stanno facendo pressione perchè entro marzo sia convoacto un vertice dell'Eurozona per discuere il "Patto di convergenza economica rafforzata".

Si tratta, sostanzialmente, della soluzione escogitata dalla Germania per vincolare i paesi europei a seguire criteri nuovi in fatto di rigore finanziario e standard di crescita.

Tra i punti chiave del progetto il coordinamento delle politiche sociali, la moderazione salariale, l'abolizione della scala mobile dove ancora esiste e l'innalzamento dell'età pensionabile.

Devono essere discusse ovviamente anche le possibili sanzioni per i trasgressori e individuati gli organi deputati a comminarle.

 

LA REALTA' ATTUALE - Alcuni strumenti sono già in funzione.

Lo scorso maggio, per salvare in extremis la Grecia, è stato varato l'Efsf, European financial stability facility.

La disponibilità attuale del fondo salvastati è di 440 miliardi di Euro.

Sebbene il fondo sia stato previsto come strumento di integrazione ai contributi che possono arrivare dalle varie Bce e Fmi, molti esperti ritengono inadeguata la sua dotazione.

Specie qualora la crisi del debito non potesse essere assorbita in tempi brevi e si rischiasse davvero un contagio agli altri paesi dell'Eurozona.

Ma Francia e Germania vogliono garanzie.

Garanzie che nuovi fondi sarebbero erogati e gestiti in scia all'assunzione di un nuovo sistema di regole e di impegni.

Il patto di convergenza economica rafforzata, per l'appunto.

 

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