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2/4/2011 | Federico Leardini
COSTI SUPERIORI AI 3 MILIARDI - Costi informatici sopra le previsioni e poco personale specializzato.
Questi i due talloni d'achille delle assicurazioni nel percorso di preparazione all'adozione delle regole patrimonili di Solvency II.
Secondo Paul Clarke, esperto contabile di Solvency II di PwC, a meno di due anni dall'entrata in vigore delle nuove regole, il costo di implementazione potrebbe superare i 3 miliardi di euro stimati dalla Commissione Ue.
Una parte dei costi addizionali deriva dalla carenza di adeguato staff attuariale, cosa che obbliga le compagnie a pagare il 20% in più del normale per attrarre e tenere le competenze per il progetto, secondo David Carr, direttore della società di ricerca del personale Hays per il settore assicurativo.
COMPAGNIE PREOCCUPATE - "I costi saranno significativi per noi", ha dichiarato Joerg Schneider, Cfo di Munich Re. "I requisiti di informativa previsti sono troppo estesi in termini di dettagli richiesti e frequenza. Munich Re sta quindi spingendo per una semplificazione degli standard".
La Commissione Ue sta lavorando per rendere effettive le nuove regole a partire dall'inizio del 2013, ma diverse compagnie hanno sottolineato che alcuni aspetti sono troppo complessi per entrare in vigore immediatamente.
LE ITALIANE E SOLVENCY II - Il management di Generali si è detto tranquillo in vista dell'introduzione del piano regolatorio Solvency II.
Le attuali misure interne mirano infatti a un margine Solvency II del 160%.
Anche Unipol ha professato fiducia, pur aprendo al ricorso, in caso di necessità, a strumenti ibridi di rafforzamento patrimoniale.
Analisti perplessi, invece, da Fondiaria Sai. Il dato sul Solvency I ratio li ha sorpresi in negativo.
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