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Materie prime, corsa senza freni

2/2/2011 | Federico Leardini

Continua la corsa delle materie prime. Il rame tocca il nuovo record. La Commissione Ue si muove contro la speculazione


RECORD SU RECORD - Notte di record per il rame.

Il contratto con scadenza a marzo è arrivato a 4 dollari e mezzo la libbra, il massimo da quando il metallo è trattato al Comex del NYSE.

Una domanda che sta soprendendo gli investitori e che, secondo Catherine Virga, analista di materie prime al CPM Group, pare destinata a crescere ancora.

Le stime per i prossimi mesi vedono possibile l'approdo a quota 5 $.

Una corsa che vede tra le sue principali componenti il calo della capacità di estrazione del metallo.

Secondo gli esperti di Commerzbank quest'anno la domanda dovrebbe superare l'offerta di circa 800mila tonnellate.

 

ORO E PETROLIO - La debolezza del dollaro, unita ai timori per le vicende politiche in nordafrica, continuano a sostenere i corsi delle due commodies più note.

L'oro, nonostante un calo di quasi 100 dollari rispetto ai massimi di inizio dicembre, tratta stabilmente sopra 1300 dollari l'oncia da quasi 4 mesi.

Rispetto al febbraio scorso il guadagno è di oltre 30%.

Non si ferma, invece, la corsa del petrolio.

Sostenuto da dati macroeconomici americani migliori delle attese sul fronte del lavoro, il brent ha ritoccato il record 2011 arrivando a 101,7$ al barile.

In salita anche le quotazioni del Wti, che arriva a 91 dollari.

 

SPECULAZIONE SUi BENI ALIMENTARI - Il decollo dei prezzi di molte materie prime ha fatto alzare le antenne anche alle authority di vigilanza europee.

In mattinata il commissario Ue per il mercato unico, Michel Barnier,  ha ricordato che negli ultimi anni il numero delle transazioni sulle commodities sui è moltiplicato per 14 e il numero dei prodotti finanziari è triplicato.

Un quarto di queste operazioni è gestita da fondi d'investimento.

“La volatilità dei prezzi è dovuta ad una certa speculazione sui mercati finanziari”  ha fatto eco il commissario all’agricoltura Dacian Ciolos “Il peso dei fondi di investimento è tale da influenzare il mercato ed uno dei motivi di questa volatilità la si può trovare nella mancanza di trasparenza».

Per il commissario all'Agricoltura si potrebbe pensare a “strumenti non più limitati solo al mercato europeo”, ampliando il contesto al G20, e poi a garanzie per “un miglior funzionamento dei mercati attraverso informazioni più precise sulla produzione, sulla domanda e sugli stock dei Paesi produttori”.

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