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2/28/2023 | Daniele Riosa
“Perché Fideuram? Cosa attrae in azienda i migliori consulenti finanziari di Bergamo?” Inizia con questa domanda il post pubblicato sul profilo LinkedIn di Fideuram-Divisione Bergamo e Provincia. Il post rimanda ad un’intervista ad Andrea Ceresoli (in foto), in cui il giovane manager del gruppo racconta i motivi che lo hanno portato a diventare consulente finanziario in Fideuram.
Di seguito riportiamo l’intervista integrale
Andrea, cosa ti ha portato a fare questo mestiere?
“La passione per la finanza e per la consulenza patrimoniale hanno determinato il mio percorso professionale nel mondo bancario: una passione che da oltre vent’anni ogni giorno è il carburante necessario per vivere al massimo le opportunità che la vita ci riserva”.
Per esempio?
“Con passione intendo, in sintesi, che non mi sottraggo mai dall’ascoltare le esperienze passate, le situazioni attuali e i progetti che i miei assistiti vorrebbero realizzare e per questo, mi piace pensare che il ruolo del consulente finanziario sia molto importante nella vita di un risparmiatore, per moltissimi motivi. Tra i più rilevanti credo ci sia il fatto che il consulente, non essendo direttamente coinvolto emotivamente nelle scelte dei propri assistiti, possa fare delle analisi obiettive, non condizionate e che quindi quelle che nel tempo possono dimostrarsi le migliori. Un altro ruolo importante del consulente è quello di aiutare nel fare, agire, mettere in pratica le decisioni prese con i clienti, altrimenti questi ragionamenti potrebbero rimanere solo pensieri”.
Perché hai scelto di lavorare in Fideuram?
“Ho lavorato per 15 anni in una banca tradizionale, una bella esperienza direi, nel corso della quale ho ricoperto diversi ruoli. Ad un certo punto, però, ho sentito la necessità di migliorare la mia offerta di consulenza nei confronti di una clientela che è diventata sempre più attenta ed esigente cercando di offrire soluzioni migliori, più tecnologiche, più personalizzate, offerta che ho ritrovato nella proposta Fideuram”.
Cosa hai trovato in Fideuram?
“In Fideuram il plus è valorizzare al massimo le competenze delle persone, che riescono così a esprimersi al meglio, come sta accadendo a me. Questo è accaduto anche con me, prima come consulente ed ora permettendomi di trasferire ai consulenti che coordino, in qualità di manager, tutta la mia esperienza fatta sul campo, potenziando e motivando di conseguenza la crescita di ogni collega”.
Cosa ti ha spinto a cambiare?
“La caratteristica principale di un professionista in crescita è quella di essere un imprenditore: quando si fanno i conti e si comprende che il proprio lavoro non è adeguatamente remunerato ci si guarda intorno per cercare nuove opportunità in grado di dare maggiori soddisfazioni. C’è poi il fattore tempo, che è uguale per tutti: un’ora è sempre un’ora per chiunque, la differenza è nel modo in cui quell’ora viene spesa. Chi ha la libertà di gestire il proprio tempo ha già aumentato il suo guadagno”.
Quando hai maturato la consapevolezza che saresti diventato manager?
“La ‘pancia’ me lo ha detto fin dal primo giorno, perché la soddisfazione di far crescere un collega, accompagnarlo durante la fase dell’inserimento è una vera soddisfazione per un Manager”.
Chi ti ha sostenuto in particolare nel tuo percorso?
“In primis il manager che mi ha inserito e che ringrazio, Luigi Cobianco, ed altre figure importanti che nel tempo mi hanno affiancato o anche semplicemente dato dei buoni consigli, come Olivo Mussi che è stato il mio Group Manager, o come Eligio Trevisi per gli ottimi consigli e molto altro che ricordo con grande stima ed affetto. Infine, ma non per ultimo, la mia famiglia. Decisioni come quelle che ho preso nella mia carriera non si prendono da soli, ma vanno condivise in armonia con i propri cari. Mia moglie ha condiviso con me le scelte fatte e non mi ha mai ostacolato. Ero molto attratto dalla prospettiva di crescita propostami nel contesto lavorativo che mi appassionava di più, ma ci abbiamo voluto pensare bene, anche perché in quel momento eravamo già genitori di un bambino e ci siamo presi del tempo per valutare come sarebbe cambiata la nostra vita sia nell’immediato che nel lungo periodo e posso dire che siamo, senza ombra di dubbio, contenti della scelta fatta”.
Come descriveresti il tuo lavoro a tuo figlio di otto anni?
“Lui sa benissimo che lavoro fa il suo papà, gli racconto spesso come si svolgono le mie giornate. Lui direbbe che suo padre fa ‘il lavoro più bello del mondo’ perché mi vede sempre soddisfatto quando torno a casa dal mio ufficio, ed è vero perché ho scelto di vivere la mia passione”.
In chiusura, cosa vorresti dire a chi ha letto questa nostra chiacchierata sulla tua professione? “A chi è appassionato di finanza e consulenza e fosse curioso di capire nello specifico in che cosa consiste il mio lavoro, e soprattutto a chi sta cercando di dare una svolta positiva nella propria carriera nell’ambito bancario, suggerisco di contattarmi via Linkedin per fissare l’appuntamento che potrebbe determinare l’inizio di una nuova avventura, che scommetto sarà ricca di soddisfazioni come lo è stato per me”.
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