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Consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), al via la fase due dell'architettura aperta

9/5/2011 | Antonio Rizzo

La standardizzazione dei linguaggi può rappresentare un valore per gli intermediari? Secondo alcuni esperti l'importante è che...


 

Abbiamo visto come l'industria delle reti di consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) si stia muovendo, ormai da tempo, su un doppio binario. Da una parte offrono piattaforme con soluzioni di investimento via internet, e dall'altra forniscono sempre più alle reti strumenti di avanguardia che permettono ai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) di operare dei veri e propri servizi di advisory. Oggi infatti il servizio al cliente è sempre più letto come pianificazione e rispetto alla prima fase dell'architettura aperta quando la validità di un consulente (ex-promotore) si misurava dal numero di fondi che aveva nella "sua valigetta" oggi la validità si misura nella conoscenza approfondita del prodotto che si propone, soprattutto in termini di rischi connessi e quant'altro.

 

Il passaggio a questa nuova fase dell'open architecture è stato possibile secondo alcuni grazie alla realizzazioni di un linguaggio standardizzato nelle procedure. In tale ottica si può leggere il FFP (Fund Processing Passport), ossia la scheda sintetica, contenente tutte le informazioni operative necessarie al completamento degli ordini, sul quale ha lavorato l'Europa con il coordinamento di EFAMA e che costituisce uno dei cardini  della standardizzazione dei processi relativi agli ordini sui fondi. Recentemente sono stati aggiunti nuovi FPP relativi ai prodotti gestiti da Arca, Credit Suisse, Henderson Global Investors, UBI e Prima Funds . Questi si aggiungono ai circa 1000 già presenti e pubblicati in precedenza da Axa, JP Morgan Asset Management, Invesco, e Morgan Stanley . 

 

Ma la standardizzazione può rappresentare un valore anche per gli intermediari? Secondo alcuni l'interconnessione completa dei flussi informativi tra intermediari, gestori e banche consente alle SGR di focalizzarsi maggiormente sull'attività di gestione e agli intermediari una accentuata modularità dei servizi. Certo a condizione che tutti i partecipanti dialoghino tra loro attraverso la piattaforma. E questo forse sembra essere l'ostacolo maggiore. 

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