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12/11/2017 | Greta Bisello
Le autorità cinesi tendono la mano alle aziende statali e gli investitori ringraziano. Maggiori dividendi infatti avrebbero come diretta conseguenza un aumento del RoE, elemento molto importante in questo momento storico in cui la aziende ricoprono un ruolo di primo piano in ambito internazionale.
Secondo le stime di Pictet AM un incremento del 5% della distribuzione dei dividendi da parte delle A-share favorirebbe un rialzo del RoE di almeno il 10%.
Secondo Gita Ramakrishnan, Senior Investment Manager, indurre le società statali ad attuare una rigorosa distribuzione dei dividendi favorirebbe un rialzo del RoE in due modi. Per prima cosa si ridurrebbe la quota di liquidità inutilizzata nei bilanci aziendali così come si ridurrebbe la tendenza del management a investire senza prospettiva, come già fatto in alcune occasioni.
Uno dei problemi cronici in Cina è l’eccesso di liquidità, ecco alcuni esempi: nel 2000 il Paese ha prodotto il 15% dell’offerta mondiale di acciaio pari a 850 milioni di tonnellate. Nel 2016, invece, ha prodotto 810 milioni di tonnellate di acciaio, un volume pari all’incirca all’acciaio prodotto nel complesso dal resto del mondo.
Al contempo, il 60% della produzione globale di cemento e il 37% della produzione di rame 5 degli ultimi anni sono riconducibili alla Cina.
Un fattore penalizzante per l’economia è rappresentato da una cattiva allocazione di risorse.
Le aziende statali tendono ad avere abbondante liquidità in bilancio, anche il governo, che è la principale fonte di sostegno di tali aziende, detiene riserve liquide pari al 30% del PIL. La Commissione di Supervisione e Amministrazione dei beni dello Stato cinese ha invocato l’aumento dei dividendi consigliando di migliorare il meccanismo di distribuzione dei dividendi per migliorare i rendimenti degli investitori.
Da questo meccanismo a beneficiarne potrebbero essere gli investitori di minoranza.
Qualsiasi tipo di riforma in favore del RoE getterebbe le basi per una solida sovraperformance dei titoli cinesi.
Le aziende asiatiche si stanno ritagliando uno spazio sempre maggiore nei portafogli degli investitori, la ponderazione delle A-share (nel nell’MSCI Emerging Markets) dovrebbe aumentare al 5% entro il 2019 e al 20% entro il 2022, dal 2,5% attuale.
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