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Consulenti finanziari (ex-promotori finanziari), addio alle politiche di budget

6/17/2011 | Francesco D'Arco

Alcuni principi contenuti in un provvedimento della Banca d'Italia potrebbero garantire al consulente finanziario (ex-promotore finanziario) una maggiore stabilità. E soprattutto di...


 

La paura di scoprire che nulla (o poco) è cambiato rispetto a trent'anni fa spinge molti consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) a non citare mai la parola budget. Eppure in diverse realtà le politiche di budget dettano ancora legge e sono a volte un fattore più che vincolante. Ma forse ora c'è la possibilità di liberarsene, o almeno di ridurne il peso nel calcolo della parte variabile dello stipendio. 
 
Il tutto grazie al provvedimento del 30 marzo 2011 della Banca d’Italia, “Disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione nelle banche e nei gruppi bancari”. Il provvedimento, che sotto diversi aspetti minaccia la remunerazione di molti consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) (in primis gli area manager), secondo l'avvocato Carlo Emilio Esini, che ha studiato la normativa, può offrire anche delle opportunità di guadagno ai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari).
 
In particolare, nel provvedimento si legge: “Il rapporto tra la componente fissa e quella variabile deve essere opportunamente bilanciato, puntualmente determinato e attentamente valutato in relazione alle caratteristiche dell’intermediario e delle diverse categorie di personale, in specie di quello rientrante tra il 'personale più rilevante'. La parte fissa deve essere sufficientemente elevata in modo da consentire alla parte variabile di contrarsi sensibilmente e, in casi estremi, anche azzerarsi in relazione ai risultati, corretti per i rischi, effettivamente conseguiti”. 
 
E ancora: “l’ammontare complessivo di remunerazione variabile deve basarsi su risultati effettivi e duraturi e tener conto anche di obiettivi qualitativi. I parametri cui rapportare l’ammontare delle retribuzioni devono essere ben individuati, oggettivi e di immediata valutazione”. 
 
Infine: “i sistemi di incentivazione del personale e in particolare delle reti, interne ed esterne, non possono basarsi solo su obiettivi commerciali, ma devono essere ispirati a criteri di correttezza nelle relazioni con la clientela, contenimento dei rischi legali e reputazionali, tutela e fidelizzazione della clientela, rispetto delle disposizioni di legge, regolamentari e di auto-disciplina applicabili”.
 
Questi principi, secondo l'avvocato Esini, se implementati, possono consentire anche al consulente finanziario (ex-promotore finanziario) di pretendere una maggiore stabilità e un po’ di libertà dal giogo del budget.

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