Il fiscal cliff, il cosiddetto "precipizio fiscale", non genera ancora un accordo, ma ciò che è certo è che ha già messo contro il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e John Boehner, speaker repubblicano della Camera dei rappresentanti. Obama sarebbe così indispettito a proposito dei negoziati, da aver minacciato di svergognare pubblicamente i suoi avversari politici.


 


Durante un meeting nello Studio Ovale la scorsa settimana - scrive il Wall Street Journal - Obama ha detto a Boehner che se le parti non avrebbero raggiunto un accordo, lui avrebbe sfruttato l'occasione del discorso di fine anno sullo stato dell'Unione per dire agli americani di chi era la colpa.


 


Venerdì Obama ha rivolto un duro appello al Congresso affinché approvi un accordo di minima per evitare il fiscal cliff, mix di tagli automatici alla spesa e incremento delle aliquote fiscali per tutti i contribuenti americani che entreranno in vigore se non venisse trovata un'intesa tra amministrazione Obama e Repubblicani alla Camera, rimandando al 2013 un accordo su scala più ampia.

Nel frattempo, tutto scorre senza pietà: il 31 dicembre si avvicina e gli Stati Uniti continuano a non prendere una posizione netta sul fiscal cliff, che potrebbe condurre l'economia americana verso la recessione. Se entro la fine dell'anno il presidente Barack Obama non siglerà un accordo con i Repubblicani, vedremo scattare la clausola dell'accordo firmato nell'agosto 2011, che prevede la fine degli sgravi fiscali ereditati dall'era Bush e automatici tagli alla spesa per un totale di 600 miliardi di dollari.