La situazione generale di scontento e di incertezza che caratterizza il mondo degli investitori sembra non essere in linea con alcuni asset che, nei mesi passati, hanno offerto buoni rendimenti. I settori ad aver goduto di questo sono ad esempio il mercato equity, ma anche il comparto obbligazionario.

Chris Iggo (nella foto), chief investment officer fixed income di Axa IM, ritiene che "nel caso delle obbligazioni, salvo default del titolo detenuto, si dovrebbe sempre ricevere indietro quanto meno il capitale investito. Di solito una bolla si basa su aspettative di rendimento esagerate".

Il riparo offerto dai bond appare sempre piuttosto protettivo, specialmente per i cassettisti, vale a dire dei risparmiatori che sottoscrivono obbligazioni al momento dell'emissione e li tengono in portafoglio fino alla scadenza naturale. "Se si decide di investire in obbligazioni - prosegue Iggo - ci si può attendere di riavere 100 alla scadenza. Se si è abbastanza fortunati da acquistare l'obbligazione a un prezzo inferiore a 100, si realizzerà anche una plusvalenza in conto capitale, oltre al reddito cedolare, mentre in caso opposto si andrà incontro a una perdita in conto capitale. Non dovrebbero esserci problemi se si portano i bond a scadenza e in ogni caso va detto che chi nutre aspettative esagerate sui rendimenti obbligazionari ha scelto l'asset sbagliato".

In alcuni casi, nel 2012, le quotazioni obbligazionarie hanno toccato elevati, grazie a determinati fattori tecnici. In particolare nel segmento dei titoli societari, un volume limitato di emissioni nette si è confrontato con la forte domanda di fondi pensione, compagnie assicurative e risparmiatori, tutti soggetti alla ricercadi yield (rendimenti) e riparo dalla volatilità delle Borse.