Nonostante tutti gli sforzi compiuti dalla Grecia di evitare default e restare in eurozona, le aziende americane si preparano al peggio. Al fatto, cioè, che la Grecia abbandoni l'euro e che ciò che un tempo sembrava "curabile" ora sia più che mai una degenerazione sistemica, endemica. 
 

 

Secondo il New York Times, le filiali di Bank of America Merrill Lynch stanno già valutando alternative per "riempire camion di contante da spedire fuori dai confini ellenici cosicché i clienti possano continuare a pagare dipendenti e fornitori anche nell'ipotesi la moneta non sia più disponibile".
 

 

Se Ford ha configurato anzitempo i propri sistemi informatici per gestire una nuova valuta greca, le banche e le società di consulenza stanno preparando i propri clienti al post-euro firmato Grecia, aggiunge il New York Times, secondo cui, sulla crisi dell'unione monetaria, pesa il "netto contrasto tra le assicurazioni dei politici europei". Insomma, ad una policy debole, debole corrisponde una consulenza che ha tutta l'aria di una contropartita. 

 

Secondo un sondaggio condotto nel corso dell'estate da Corporate Executive Board, azienda privata di consulenza, l'80% dei clienti interni si dice convinto che la Grecia uscirà dall'area euro, mentre un quinto, quello più catastrofista, si aspetta che altri paesi seguiranno quelle orme. 

 


"La maggior parte delle aziende freme, si sta preparando" spiega il manager Paul Dennis. "Quando abbiamo cominciato a valutare le conseguenze sulla Grecia, oltre un anno fa, ritenevamo questo scenario del tutto impensabile. E invece non è così" aggiunge Heirner Leistein, di Boston Consulting Group di Colonia che stima l'annuncio di un'uscita dall'euro di Atene già entro venerdì notte. Il tempo è tiranno, ma le società di analisti sanno come governarlo.