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Crisi e banche centrali: quell’ultima, lunghissima yard

8/27/2012 | Redazione Advisor

Secondo l'analisi mensile di Pimco, i paesi sviluppati hanno perso la capacità di risolvere le proprie avversità economiche ricorrendo ad un maggiore indebitamento, obbligandosi a contare sugli interventi delle banche centrali


Con le spalle al muro, causa debito, e consci delle reticenze degli investitori, i paesi sviluppati hanno perso la capacità di analizzare e risolvere le proprie crisi economiche ricorrendo ad un maggiore indebitamento, obbligandosi a contare, ora più che mai, sugli interventi delle banche centrali. E' questa l'ultima, lunghissima yard rilevata da Pimco, per il Global Central Bank Focus.

 
E' una pia illusione, si legge nel comunicato, credere che le banche centrali possano sostenere una situazione di deragliamento ancora a lungo. "Nessuna banca centrale ha mai creato nulla di tangibile, tant’è vero che sarà alquanto difficile trovare aneddoti relativi a un presidente della Federal Reserve (Fed) che ha scoperto l’elettricità o inventato la lampadina. Quello che le banche centrali sanno davvero fare al meglio è creare monete a corso forzoso, che possono avere soltanto il valore delle garanzie che le avvallano, siano esse costituite da oro, argento o dalla capacità produttiva di una nazione. Inoltre, in caso si creasse o si stampasse questo denaro in eccesso, non avrebbe più valore per nessuno, tranne che per qualche numismatico incallito".
 
 
Nell’articolo del Global Central Bank Focus di questo mese, spiccano quattro contributi: Tony Crescenzi affronta il tema dell’ambito operativo delle banche centrali e della capacità potenziale di “sanare” un’economia alquanto sofferente; Ben Emons esamina le limitazioni e gli strumenti (convenzionali e non convenzionali) della politica monetaria; Andrew Bosomworth analizza in particolare le misure politiche in grado o meno di contrastare la situazione attuale in Europa; Isaac Meng esegue una disamina delle recenti azioni intraprese dalla Banca Centrale Cinese, alla luce delle proprie prospettive economiche. In particolare, sostiene Bosomworth, la BCE non può che limitarsi ad attuare “misure ponte” per affrontare i problemi dell’unione monetaria Europea, ma non certo fornire una soluzione definitiva. La sua decisione di tagliare tutti i tassi di riferimento di 25 punti base (bps) all’inizio del mese ha riconfermato la sua disponibilità a varare quanto necessario a concedere ai responsabili politici e fiscali dei vari paesi il tempo di mettere in campo soluzioni a lungo termine. 

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