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3/3/2011 | Federico Leardini
CRISI ALIMENTARE - "Se non fosse per il riso il mondo rischierebbe la crisi alimentare".
La situazione è più grave del previsto, secondo Abdolreza Abbassian, senior economist della Fao a Roma: la crescita dei prezzi alimentari rischia di proseguire e causare nuovi conflitti sociali nei paesi più poveri.
Si tratta, di fatto, di un cane che si morde la coda: secondo gli ultimi rilievi delle Nazioni unite, l'incremento esponenziale dei prezzi del greggio ha portato al massimo storico l'indice dei 55 prodotti alimentari di base elaborato dall'Onu.
Negli ultimi 12 mesi il prezzo del frumento è salito del 58%, quello del mais dell'87%... da questa corsa senza fine si salva per l'appunto solo il riso, che con il suo incremento del 6,5% rimane una delle materie prime alimentari più accessibili, oltre che più diffuse.
RISCHIO FAME - Ciò che maggiormente preoccupa gli esperti è che questo ciclo di crescita dei prezzi sembra destinato a continuare, come conferma Abbassian: "finchè i prezzi del petrolio rimarranno a questi livelli non vedo possibilità che i beni alimentari ritraccino. E' una dinamica partita dal mais che si è espansa sugli altri beni. Non vedo segnali che inducano a una cambiamento della situazione nel breve".
E l'effetto sulla stabilità sociale dei paesi africani e mediorientali rischia di essere dirompente "L'impennata dei prezzi alimentari è profondamente preoccupante", afferma Thierry Kesteloot, consulente di politica alimentare all'università di Oxford, "Milioni di persone sono a rischio povertà e faticano a permettersi i prodotti alimentari di base, e sempre più sono a rischio di morire di fame".
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