Di recente, il Fondo monetario internazionale ha rilasciato un documento dal titolo "Bond governativi e i loro investitori: quali sono i fatti e, questi, importano?". Un documento che potrebbe accendere una nuova luce sul cambio di vento degli investitori, su come la crisi, negli ultimi anni, abbia esercitato un notevole impatto sul rendimento globale. Stando a quanto riporta Bond Vigilantes, una dei trend-chiave dei tempi di crisi è sicuramente stato il passaggio dai titolari stranieri di bond governativi ai possessori domestici, una manovra dovuta soprattutto ai diversi stimoli di quantitative easing che le banche centrali hanno imbarcato e al tentativo delle banche di detenere più bond governativi. 
 

 

Secondo il Fondo monetario internazionale stiamo assistendo ad una crescente condivisione di non-resident investors associata ad un momento in cui la rendita è più bassa. Gli analisti credono che un incremento del 10% di non-resident investors sia da legare ad una riduzione di government bond yields di 10 anni tra i 32-43 punti percentuali, per cui si spiega l'effetto dei 66 punti percentuali per i paesi dell'area euro. 
 

 

Mentre Regno Unito e Stati Uniti d'America mostrano una evidente titolarità di porzioni per investitori non-residents, c'è una grande differenza invece nella proporzione tra banche domestiche, compagnie d'assicurazione e fondi pensioni. Più in dettaglio sul fronte eurozona, si nota che, aggregando i dati per singoli paesi nel quadro area euro, circa un quarto del debito è conteso e mantenuto dai residenti dell'area euro, mentre un altro 25% da coloro che risiedono al di fuori dell'eurozona.