Mentre l'economia tedesca assesta il colpo e tiene duro, mentre la Francia combatte ogni ipotesi di fermento negativo, il Pil dell'eurozona scivola in negativo nel secondo trimestre dell'anno. I dati Eurostat hanno evidenziato una contrazione congiunturale pari allo 0,2% dopo la variazione nulla del primo trimestre 2012, in linea con le attese del mercato. 
 

 

Su base annua la contrazione del Pil dei paesi dell'area euro risulta dello 0,4%. Guardando ai singoli paesi la Germania segna un +0,3% congiunturale e +15 annuo, e così la Francia evita la discesa a picco del Pil per il terzo trimestre consecutivo, con un lieve +0,3% a/a. Tra i fanalini di coda si confermano i paesi del sud Europa, in particolare la Grecia pilota i ribassi con -6,2% annuo, seguita da Portogallo (-3,3%). L'Italia cede il 2,5% annuo con un -0,7% t/t.  
 

 

Secondo Azad Zangana, economista specializzato sul fronte europeo di Schroders, "la storia di un 'core' resistente prosegue". Disoccupazione ed inflazione in calo in Germania stanno dando energia al potere d'acquisto domestico così come al consumo stesso. Allo stesso tempo, le misure di di austerity in Italia, Spagna e Portogallo continuano a rallentare il motore degli investimenti e i consumi. Il prossimo trimestre resta ancora piuttosto incerto in termini di evoluzione, ma la fiducia in genere è in calo.