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Cina, quando il passo rallenta per fare goal

8/9/2012 | filippo.brunamonti

Investitori, niente panico: la Cina è ancora una scommessa. Secondo Gigi Chan, gestore del fondo Threadneedle China Opportunities, il paese sta passando da un’economia guidata da investimento ed esportazioni ad un modello più equilibrato, in cui la domanda interna è la forza trainante della crescita


 

Niente paura: il rallentamento economico della Cina è semplicemente un momento di passaggio. Verso dove? L'auspicio è che si approdi ad un livello più sostenibile. Secondo la view a cura di Gigi Chan, gestore del fondo Threadneedle China Opportunities, la domanda interna sarebbe in crescita, alimentata da aumenti salariali, dall'urbanizzazione e da un ampliamento delle reti di vendita al dettaglio; di fatto, il balzo da un modello guidato dalle esportazioni ad una domanda interna che guida l’economia rappresenta un modello più equilibrato.

 
Ecco dove comincia l'ottimismo: le prospettive economiche della Cina nel lungo termine, dati l’allentamento della politica monetaria, le riforme del settore finanziario e le valutazioni azionarie interessanti, indicano un nuovo punto di contatto verso la crescita strategica. Secondo il gestore di Threadneedle China Opportunities, lo stock picking risulterà essenziale per massimizzare i rendimenti. "Favoriamo società che hanno una tecnologia proprietaria, che sono esposte al consumo interno, che hanno franchising solidi o generano forti flussi di cassa" sta scritto nel viewpoint.
 

Una valutazione di questa portata nasce dal fatto che gli investitori abbiano messo in dubbio se il rapido progresso economico della Cina sia in grado o meno di proseguire. Basta accettare questo scenario: la Cina sta passando da un’economia guidata da investimento ed esportazioni ad un modello più equilibrato, in cui la domanda interna è la forza trainante della crescita. Allo stato attuale, i consumi contano per solo il 30% del Pil, mentre nei paesi sviluppati, come gli Stati Uniti e il Regno Unito, si assestano tra il 60 e il 70% dell'attività economica. Statisticamente, è improbabile che la crisi della zona euro precipiti o abbia un impatto sulla crescita degli utili in Cina. Infatti, mentre l'eurozona è il maggior partner commerciale del paese, il commercio della Cina con il mondo sviluppato (come percentuale del commercio totale) è diminuito. Nello stesso tempo, il commercio con le economie in rapido sviluppo dell'Asia, dell'America Latina e dell'Africa si sta ampliando in maniera significativa.

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