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Italia-Germania: sfida finale per l'Eurozona

7/13/2012 | Filippo Brunamonti

Una ricerca condotta dagli strategists di Bank of America Merrill Lynch insinua il dubbio: la Merkel ha davvero intenzione di "pagare" pur di far restare l'Italia in area Euro?


 

Vi sentite più rilassati dopo l'intesa politica del summit di fine giugno sull'uso del fondo salvastati per acquistare bond sovrani? Credete sia pacifica l'aria che tira, ora che persino una bozza di accordo è stata siglata per sostenere la ricapitalizzazione delle banche spagnole? Pensateci meglio.

 


E' ciò che suggerisce il Wall Street Journal, riportando una nota degli strategists di Bank of America Merrill Lynch: la rottura dell'Unione Europea sarebbe ancora altamente probabile. Nella cosiddetta "teoria del gioco", la crisi dell'Eurozona è pronta a restringersi in un bluff tra Italia e Germania in cui nessuna delle due parti ha un vero incentivo, una ragione forte per sbattere le palpebre.

 


Questo non è certo l'esito più auspicabile per i due Paesi, spiegano gli strategists David Woo e Athanasios Vamvakidis: nella "teoria del gioco" il miglior risultato non è quello che gli economisti e gli analisti chiamano "Pareto optimal" (una pedina del gioco porta il massimo beneficio a tutti gli altri giocatori). Al contrario, il cosiddetto "Nash equilibrium" per l'area Euro (situazione in cui nessun giocatore si spinge a cambiare strategia perché sa benissimo che peggiorerebbe le cose per tutti) permetterebbe all'Italia di portare avanti il piano di crescita economica tanto atteso e alla Germania di fornire una iniezione di liquidità, per persuadere il giocatore stesso a rimanere in Eurozona. 


 

Per raggiungere questo scopo, analisti e strateghi economici hanno esaminato i paesi in area Euro a cui converrebbe di più un'uscita di scena in termini finanziari e l'eventuale impatto nella crescita in Eurolandia. Di interessante emerge che Italia e Irlanda sarebbero i Paesi con il più grande  incentivo all'uscita. Nel caso italiano, il Paese ha un piccolo "current account deficit", cioè si importano meno beni, servizi e capitali di quanti se ne esportino. Le aziende italiane, inoltre, avrebbero anche tanto da guadagnare dalla svalutazione.

 


il Paese con la minima motivazione ad uscire sarebbe la Germania che invece lascerebbe l'Eurozona in una crescita a scatti sino al deterioramento, senza contanre i maggiori costi di indebitamento e perdite a go go sul fronte bilanci esteri. La domanda provocatoria è dunque questa:  la Germania ha intenzione di mantenere l'Italia in Eurozona? Secondo la "teoria del gioco" degli analisti, il responso è certamente no. Ma da qui ad una rottura del gioco ce ne passa.

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