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Prometeia, vi sveliamo quando arriverà la ripresa

7/6/2012 | Redazione Advisor

Il rapporto trimestrale corregge la stima del Pil 2012 a -2,2%: pesano il sisma in Emilia e il rallentamento della domanda


 

Stando al rapporto trimestrale di Prometeia, gli esperti rivedono in netto ribasso le loro stime per la crescita italiana (a -2,2% contro il -1,5% indicato all'inizio di aprile). Il quadro congiunturale, secondo il rapporto diffuso a Bologna, negli ultimi tre mesi è peggiorato ulteriormente a causa del costante rallentamento della domanda e, soprattutto, del terremoto in Emilia. 
 
 
Di fatto, la ripresa del ciclo economico del Paese è spostata più in là nel tempo. "Nonostante non sia certo che accadrà in modo lineare, si delinea all'orizzonte un miglioramento progressivo dello scenario reso possibile dai primi risultati in termini di risanamento dei conti pubblici, stabilità del quadro politico (dopo le elezioni nella prossima primavera), consolidamento del sistema bancario". Un quadro, continua il report, che consentirà, dopo il 2013, di tornare a recuperare ritmi di crescita del prodotto verso l'1%", ma per il prossimo anno è limitata la crescita del Pil a un debole +0,1%.

 
Quanto allo spread, Prometeia ''stima un differenziale fra i rendimenti di Btp e Bund a 380 punti base a fine 2012 e 350 punti a fine 2013, mediamente di 70 punti base più alto di quanto previsto in aprile'' dalla stessa associazione.  In uno scenario generale complesso, puntualizza ancora Prometeia, tengono le esportazioni che, ''grazie alla tenuta del commercio mondiale, hanno subìto una flessione moderata (-0,2% quelle di merci della contabilità nazionale): a limitare la caduta è stata l'espansione delle vendite destinate ai mercati non Ue''. In controtendenza, sono risultate le esportazioni verso la Cina con una ''contrazione che, per durata e profondità, non si delineava dalla fine degli anni Novanta''.
 

Notizie amare, infine, sul fronte disoccupazione. Secondo il rapporto trimestrale di Prometeia, il tasso dei senza lavoro continua a salire. Dopo appena tre trimestri di ripresa dell'occupazione, quando ancora il bilancio occupazionale della crisi era di 540 mila posti di lavoro persi (980 mila in termini di unità di lavoro), è intervenuto il 'double-dip'.

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