Tempo di lettura: 1min
7/3/2012 | Roberto Abate
Che l'online abbatta i costi dell'industria del risparmio gestito, è un luogo comune degli ultimi anni nato sulla scia dello sviluppo del web. E lo confermano i dati di Efama, l'associazione europea dei gestori di fondi comuni, secondo cui i canali distributivi che alla fine costano di più ai clienti sono proprio le piattaforme online seguite dalle tradizionali banche.
La percentuale del compenso per la gestione del fondo che un cliente deve versare versato a titolo di commissione e che rimane al distributore, infatti, è pari per le prime al 54% e per gli istituti di credito al 53%, mentre la quota trattenuta dal gestore è pari rispettivamente al 46% per le prime e al 47% per le seconde.
Discorso inverso, invece, per le reti di consulenti (ex-promotori) e consulenti (IFA e adviser) che trattengono in media solo il 44% della commissione di gestione pagata dal cliente, mentre il 56% va al gestore. Percentuali simili per gli agenti assicurativi, che trattengono solo il 45% della commissione di gestione contro il 55% trattenuto dai gestori. Insomma, a ben guardare un consulente (ex-promotore) in carne ed ossa alla fine costa meno di un click in rete. Almeno per ora.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie