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Arabia Saudita, 36 miliardi per calmare la protesta

2/24/2011 | Federico Leardini

Incentivi a studenti e disoccupati, investimenti in infrastrutture e ospedali. E' questa la ricetta anticrisi di re Abdallah, finanziata dall'incremento senza freni del prezzo del greggio di questi giorni


LA SOLUZIONE ARABA - Trentasei miliardi di dollari per liquidare il malcontento della popolazione.

E' questa la risposta del re saudita Abdallah alla minaccia di espansione a Riyadh del conflitto sociale che sta sconvolgendo il mondo arabo e il vicino Bahrein.

Una serie di scontri che, incidentalmente, ha contribuito a portare il prezzo del greggio ai massimi da tre anni a questa parte, oltre i 110 dollari al barile, con grande beneficio delle casse sovrane arabe.

Dai pozzi sauditi proviene, infatti il 29% del petrolio immesso sul mercato dall'Opec, che ha già annunciato di essere pronto ad aumentare la produzione per garatire un normale flusso di greggio ai mercati occidentali qualora gli scontri in nordafrica e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento dovessero proseguire.

Al ritorno da tre mesi di assenza dal Paese, re Abdallah ha annunciato un pacchetto di incentivi che comprende un aumento del 15% dei salari pubblici per contrastare la crescita dell'inflazione.

Pronto anche un piano di sostegno a studenti e disoccupati, oltre a varie misure di spesa pubblica per sostenere lo sviluppo infrastrutture e del sistema sanitario nazionale.

I 36 miliardi annunciati oggi sono solo la prima parte di un megaintervento triennale che porterà all'investimento di quasi 400 miliardi di Rial, quasi 100 miliardi di Euro.

 

AIUTI SI, RiFORME NO - "Il pacchetto proposto dal re è come un aspirina: riuscirà a garantire l'assopimento del malcontento nel breve periodo ma non garantisce la soluzione dei problemi strutturali del paese", ha affermato John Sfakianakis, capoeconomista della Banque Saudi Fransi.

Il regno saudita ha tassi elevatissimi di disoccupaizone, attorno al 10%, e sta affrontando una crisi del comparto immobiliare estremamente complessa.

Secondo numerosi analisti per affrontare questi problemi il re dovrebbe approvare una riforma ben più profonda del sistema educativo e sanitario nazionale, con maggiori poteri per i ministeri, una revisione del sistema giudiziario e nuove norme anticorruzione, oltre alla garanzia di maggiori tutele per le donne.

Ma non sembra che questa possa essere una strada percorribile, almeno a breve, sebbene secondo molti esponenti dei movimenti riformisti, tra cui il fratello di re Abdallah, il principe Talal bin Abdelaziz "Una monarchia costituzionale sul modello Kuwaitiano non è un obiettivo impossibile da raggiungere".

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