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E' finita l'era della diversificazione

2/23/2011 | redazione

I gestori si confrontano a viso aperto nel corso di una tavola rotonda e stravolgono tutte le tradizionali regole di costruzione dei portafogli.


 

La diversificazione tra asset class? E' un falso mito. E soprattutto, non funzionerà più in futuro. La strategia di diversificazione, così come quella di cassetto, hanno fatto il loro tempo. Nella costruzione dei portafogli ora il lavoro di ricerca è molto più importante. 
 
Sono questi alcuni dei punti cruciali che sono emerse dalla tavola rotonda organizzata da European and Global Investments, società di gestione di fondi comuni di diritto irlandese che oggi a Milano ha riunito alcuni dei gettoni delegati di Plurima Funds, tra i quali Massimo Biglia (Chief Investment Officer di Carthesio SA), Enrico Danieletto (Chief Investment Officer Pairstech Capital Management LLP), Federico Ghella (Gestore Leo Fund Managers Ltd), Alberto Giovannini (Amministratore delegato Unifortune Asset Management Sgr) e Alessandro Penati (Amministratore delegato Quaestio Capital Management Sgr).
 
Ed è proprio Penati ad ammettere che "la diversificazione tra aste class è un falso mito, occorre smettere di pensare per compartimenti e iniziare a valutare le idee di investimento. Stop alle asset allocation su asset class predefinite".
 
Sulla stessa frequenza d'onda Biglia che ammette che "la strategia di diversificazione e di cassetto non funzioneranno più in futuro. Nella costruzione dei portafogli ora il lavoro di ricerca è molto più importante di quello che si faceva in altri tempi" spiega Biglia. 
 
Ed è proprio partendo da questo presupposto che Biglia arriva a consigliare di sovrappesare l'azionario sull'obbligazionario. Non solo. "Considerando che l’inflazione tornerà ad aumentare, credo che il Giappone sia un buon mercato azionario sul quale investire: buon pricing, crescita dei consumi in Oriente e nel sud-est asiatico in particolare" spiega Biglia. "In Cina il reddito medio ha superato per la prima volta i 7000 dollari procapite e questo è considerato un passaggio fondamentale da economia emergente a economia che consuma".
 
Gli fa eco Penati che conclude ricordando come “il rapporto tra equity premium e risk non funziona più, bisogna incorporare molto più equity risk e puntare molto sull’equity, per fare soldi bisogna spremersi le meningi e puntare sulla ricerca. Questo è l’unico modo (che io vedo ndr) per avere rendimenti nei prossimi cinque sei anni”.

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