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Consulenti finanziari, 7 domande sul futuro dell'albo

10/8/2011 | Francesco D'Arco

Non ci sono i soldi, non ci sono i numeri o semplicemente non c'è più mercato, vista la crescente offerta di consulenza finanziaria da parte dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari)? Intorno alla nascita dell'albo di categoria è caduto il silenzio, per questo chiediamo...


 

Lunedì 3 ottobre 2011, sotto l'occhio vigile della Banca d'Italia si è riunito l'Organismo per la Tenuta dell'Albo dei mediatori e degli agenti in attività finanziaria, nominando i cinque membri del board (articolo ALBO MEDIATORI, NOMINATI I MEMBRI DELL'ORGANISMO). Una scelta "epocale" per il settore che vedrà nascere definitivamente il nuovo albo di categoria.
 
 
La nascita di un albo ha, in un paese come l'Italia e in un settore come quello finanziario, il merito di istituzionalizzare definitivamente una categoria professionale. Con tutti i vantaggi che questo comporta, sia in termini di crescita personale, sia in termini di crescita del business. Un esempio a riguardo è dato dallo sviluppo che ha avuto in 20 anni l'albo dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) che oggi sono considerati da molti gli unici in grado di guidare i clienti tra le onde di questa crisi. Anche per questo il settore dei mediatori e degli agenti in attività finanziaria brinda per la nascita dell'Organismo per la Tenuta dell'Albo. 
 
 
Chi non ha oggi motivi per brindare è un'altra categoria di "advisor": quella dei consulenti finanziari fee only. L'entusiasmo e lo spirito combattivo che hanno caratterizzato la categoria nell'ormai lontano 2007, quando l'entrata in vigore della Mifid sembrava spianare la strada per la nascita di un nuovo albo e di un nuovo business, sembra ormai scemato. La corsa verso la nascita dell'Albo dei Consulenti si è trasformata in una "passeggiata" dominata da lunghe soste e continui rimandi.
E, oggi, è apparentemente, lontana dal suo traguardo finale.
 
 
Dal 1 novembre 2007 a oggi, 8 ottobre 2011, sono trascorsi 1.437 giorni dominati da: continue proroghe alle prime imposizioni della Mifid; diverse modifiche alle regole del gioco, su tutte quella che ha prima escluso e poi reinserito le srl; indiscrezioni (poche) sui possibili candidati a comporre il tanto atteso organismo. Solo per citare gli eventi più eclatanti.
 
 
L'ultima tappa degna di nota si è registrata l’anno scorso quando è stato istituito un tavolo di lavoro dalla Consob per mettere per iscritto tutti gli aspetti fondamentali per il decollo del settore, a cominciare dai costi della struttura e altro. Il tavolo di lavoro ha, allora, formalizzato lo studio con le associazioni di categoria (Assofinance, Aiaf e Nafop) giungendo a una conclusione non troppo entusiasmante: l’organismo, per essere autosufficiente, ha bisogno di un finanziamento. 
 
 
Giuseppe D’Agostino (Consob), a giugno sul mensile ADVISOR, ricordava che la stima emersa dalle analisi dal tavolo di lavoro "evidenziava la necessità di un mercato di 5.000 unità per il fabbisogno. Nello studio si evidenziava, inoltre, che l’organismo avrebbe necessitato di un milione e mezzo di euro per sostenere i costi di impianto e di circa un milione per i primi due anni di attività. Ci siamo resi conto della necessità di un finanziamento e abbiamo provato - invano - ad ottenere l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti. Ora la situazione si è bloccata al Ministero dell’Economia. È da gennaio che si va avanti, ma ad oggi non ci sono novità".
 
 
Da quel momento si sta sondando un’altra opzione: ovvero valutare lo svolgimento - in via transitoria - della funzione di vigilanza sanzionatoria da parte della Consob e l’impiego di altri enti pubblici, per esempio le Camere di Commercio, per le funzioni di tenuta e di gestione dell’albo e per lo svolgimento delle prove valutative. Una soluzione, ha chiarito a giugno D'Agostino, che dovrebbe comunque essere considerata "transitoria, in attesa della costituzione del competente Organismo". 
 
 
Da quel momento è caduto nuovamente il silenzio sul futuro dell'albo di categoria.  Il mondo dei mediatori in 1371 giorni (dal 1 gennaio 2008, giorno in cui l'UIC ha passato le consegne a Bankitalia, al 3 ottobre 2011) ha visto la nascita dell'Organismo, quello dei consulenti sembra vicino all'ennesimo rinvio. Perché?
 
 
 
1) I finanziamenti non ci sono e mai ci saranno? 
 
 
2) La soluzione transitoria (funzione sanzionatoria da parte della Consob e/o supporto delle Camere di Commercio) è difficile, o impossibile? 
 
 
3) Non ci sono i numeri? Quanti sono veramente i consulenti finanziari in attesa dell'albo? Si parla spesso di un numero di consulenti monitorato dalla Consob tra il 2007 e il 2008 ma quali sono i numeri ufficiali oggi? Quanto siamo lontani da quei 5000 auspicati dalla Consob?
 
 
4) Si parla sempre più spesso anche di un elenco a parte per le srl. Ma quante sono oggi le srl che svolgono consulenza e che potrebbero entrare subito a far parte di un albo?
 
 
5) Oggi chi controlla la regolarità del servizio offerto dai consulenti finanziari, siano esse persone fisiche o srl?
 
 
6) Oggi quanto vale l'industria della consulenza finanziaria fee only? Ascosim, associazione che riunisce le Sim di sola consulenza, ha dichiarato asset totali sotto consulenza superiori ai 5 miliardi di euro, per circa 18 Sim di consulenza. Quali sono i numeri dei consulenti indipendenti fee only? E delle srl? 
 
 
7) In questi quattro anni quasi tutte le reti di promozione finanziaria si sono munite di contratti di consulenza finanziaria a parcella e ormai la offrono a molti clienti. L'albo dei consulenti fee only non rischia di nascere già vecchio? Di aprire le porte di un mercato ormai saturo e dominato dai consulenti finanziari (ex-promotori finanziari)? A questo punto ha ancora senso far nascere un albo (quello dei consulenti) per coprire un settore già dominato da un altro albo (quello dei consulenti (ex-promotori))?
 
 
AdvisorOnline è pronto ad accogliere e ospitare le risposte di istituzioni e associazioni a queste 7 domande, volutamente provocatorie, e che vogliono, non generare polemica, ma riaprire un dibattito spesso dimenticato e che forse da molti soggetti coinvolti è stato, più o meno volontariamente, chiuso in un cassetto. 

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