Qual è il profilo ed il ruolo dei consulenti finanziari autonomi e soprattutto quali opportunità e sfide affronteranno in futuro? A dare delle risposte ci ha pensato la conferenza organizzata dall’Associazione dei consulenti finanziari indipendenti NAFOP in occasione della decima edizione del Salone del Risparmio, a cui sono intervenuti il presidente Cesare Armellini ed i membri del direttivo Luca Mainò, Paolo Tirabassi e Giuseppe Romani.

 

Per Mainò il consulente indipendente “ha un buon presente ma soprattutto un grande futuro” sottolineando che in America “il 50% degli investitori ha come riferimento per la consulenza finanziaria un indipendente ed ha la misura del costo della consulenza”.

 

Decisamente diverso appare lo scenario italiano in cui, secondo dati Gfk Eurisko, l’82% degli investitori non sa come viene remunerato il proprio consulente. In questo contesto appare fondamentale la normativa MIFID II che ha di fatto reso più trasparente, attraverso la rendicontazione MIFID, la remunerazione dei consulenti.

 

Secondo dati CONSOB circa la metà degli investitori italiani, di tutte le fasce, si dichiara disposto a pagare una parcella per ricevere una consulenza finanziaria. A fronte di ciò si registra, secondo Giuseppe Romani “un aumento della domanda di consulenza  indipendente”.

 

Appare indispensabile, quindi, capire quali sono le differenze tra le banche/reti e consulenza indipendente.

 

Per ciò che concerne le esigenze del cliente, secondo Tirabassi, “le banche interrogano il cliente mentre i consulenti indipendenti ricevono le informazioni spontaneamente”. Anche il quadro contrattuale presenta differenza tra i due soggetti. ma la differenza fondamentale appare il valore reale e quello percepito dal cliente. Secondo Tirabassi “il valore delle banche e delle reti è la loro reputazione ed i loro prodotti mentre l’unico valore che può attrarre cliente verso la consulenza indipendente è la qualità del servizio”.