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11/28/2014
I consulenti finanziari fee only non sono disposti a rinunciare all'aggettivo "indipendente" e sostengono a gran voce la necessità di creare un organismo esclusivamente dedicato ai consulenti finanziari indipendenti e alle società di consulenza finanziaria, comsi come già previsto dal TUF agli art. 18 bis e ter. Ad annunciarlo il Consiglio Direttivo dell'associazione Nafop che ha inviato a tutti gli associati, a pochi giorni dall'assemblea annuale, prevista settimana prossima, una lettera dove rifiuta il concetto di Casa della Consulenza ribadendo l'importanza del concetto di "indipendenti", e ricorda che secondo uno studio condotto dalla stessa Nafop l'Organismo dei Consulenti e delle Società di Consulenza Indipendente può nascere e autofinanziarsi.
La lettera, che Advisoronline ha avuto l'occasione di visionare, non lascia spazio a dubbi. Il progetto della Casa della consulenza "condiviso nelle sedi ufficiali da tutti i soggetti coinvolti, non ha ad oggi avuto seguito" si legge nella lettera del Consiglio Direttivo Nafop. "Anche alla luce di recenti esternazioni di qualcuno, riteniamo che la nostra categoria non possa accettare di rinunciare all’aggettivo “indipendente” nella propria denominazione - Consulenti Finanziari Indipendenti". Non a caso l'associazione guida da Cesare Armellini (nella foto) "aveva ottenuto che le decisioni relative all’attività dei consulenti e delle società di consulenza sarebbero state ratificate da un Comitato espressione della categoria, ponendo una questione di buon senso: immaginate un professionista o una società di consulenza indipendente che debbano sottostare al controllo di un organismo composto dai rappresentanti di banche e reti di consulenti (ex-promotori)... sarebbe stata una situazione paradossale".
Ma alla fine il testo contenente anche le richieste Nafop non è passato e "le dichiarazioni di alcuni protagonisti della vicenda fanno intuire cosa non fosse gradito" si legge nella lettera: "pensiamo che questo ulteriore stop sia molto grave e danneggi le migliaia di famiglie che già oggi si rivolgono con soddisfazione alla consulenza fee only. Un blocco allo sviluppo della consulenza indipendente è dannoso soprattutto per i risparmiatori".
Anche per questo motivo Nafop, nella prossima Assemblea, punterà a spiegare agli associati la necessità di riprendere in mano il progetto presentato nel 2011, "un paper che dimostrava come l’Albo dei CFI avrebbe potuto reggersi sin da subito sulle proprie gambe: finanziato completamente da parte degli iscritti, a partire dal primo anno" spiega l'associazione ai suoi iscritti.
Nel progetto, ricordiamolo, si prevedeva in una prima fase la creazione di un “Registro” dove far confluire chi ha i requisiti stabiliti dalla Legge (i futuri iscritti), non tenuti alla prova valutativa (promotori, bancari, dipendenti di altri soggetti abilitati e persone fisiche/giuridiche indipendenti già operative).
"In tal modo" scrive Nafop "non si sostengono i costi per l’esame, si dispone immediatamente di risorse derivanti dall’iscrizione e si consente all’Autorità di Vigilanza di avere un elenco di società e professionisti attivi, che possano agire in un contesto regolato e non solo autoregolamentato da NAFOP, come avviene oggi. Con le risorse derivanti dalle quote di iscrizione, si organizzeranno gli esami per chi non dispone dei requisiti".
"Riteniamo che alla data odierna" conclude Nafop, "tali requisiti del Decreto 206/2008 dovrebbero essere riferiti al 31 dicembre 2015 per tutti gli operatori (data in cui scadrà il “periodo transitorio”), in modo da regolarizzare la posizione di chi, a causa dell’assenza della normativa, non ha potuto iscriversi all’Albo che in base alla Legge avrebbe dovuto nascere ben 7 anni fa, nel giugno 2008. Crediamo, oggi più che mai, che questa sia la soluzione ottimale".
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