Il board dell'associazione che raggruppa i financial advisors europei torna a puntare il dito contro la burocrazia europea che soffoca il mercato finanziario
Il board della Fecif torna a ribadire il proprio no all'eccesso di regole in Europa. Alla riunione che si è tenuta lo scorso 9 dicembre a Vienna, l’associazione europea che rappresenta oltre 230.000 intermediari finanziari (per l'Italia partecipa l'Anasf), i rappresentanti di categoria di 9 stati membri e della Svizzera hanno fatto il punto sulla situazione degli intermediari nel Continente, in particolare focalizzandosi sugli sviluppi normativi in discussione a Bruxelles.
“Il 2013 non ci ha dato molte ragioni per sperare. Troppe regole, troppa disoccupazione, troppe tasse e poco business. Le prossime elezioni europee (che si terranno quest’anno, ndr) vedranno gli europei dire no all’eccesso di burocrazia e questa sarebbe una buona notizia” ha detto Vincent Derudder presidente della Fecif. “Gli europei diranno no alla sovraregolamentazione, che è la causa numero uno della disoccupazione, e all’armonizzazione forzata della tassazione che non è altro che un incorraggiamento della classe dirigente dei paesi in bancarotta a proseguire nei loro errori” ha aggiunto Johannes Muschik, vice presidente della Fecif.
“Forse è giunto il momento che la Commissione Europea ascolti gli europei” ha chiosato Aldo Varenna (nella foto), segretario generale della Fecif. Il board, in particolare, ha chiesto di tornare a riflettere sul ruolo svolto dalle authority europee, in particolare dell’Esma, che tendono a “minare il senso generale del piano europeo per i servizi finanziari (il cui obiettivo è quello dei creare un mercato unico dei servizi finanziari, ndr) scegliendo sempre l’opzione più restrittiva”.
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