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"MiFID II: dibattito tra addetti ai lavori, necessario allargare il confronto"

12/11/2017 | Massimo Morici

Scolari (Ascosim): "È necessario che le nuove regole introdotte dalla direttiva nel nostro ordinamento siano effettivamente conosciute e comprese dai risparmiatori"


La MiFID II (che entrerà in vigore il 3 gennaio) sarà "un’eccellente opportunità per rafforzare la protezione degli investitori e per ristabilire un adeguato livello di fiducia nei confronti del sistema finanziario, fiducia che è stata, nel recente passato, indebolita da politiche e prassi di distribuzione degli strumenti finanziari non conformi alle regole". È quanto scrive Massimo Scolari (nella foto), presidente di Ascosim, in una lettera inviata il 9 dicembre al presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Scolari ricorda che gli "investitori avranno maggiori diritti e potranno beneficiare di maggiore trasparenza nei confronti degli intermediari che offrono servizi di investimento".

Inoltre, “fino ad oggi il dibattito sugli impatti della nuova regolamentazione è stato confinato al mondo degli operatori finanziari e degli addetti ai lavori". È il momento, insomma, di uscire dalla nicchia e di parlare ai clienti retail. "A nostro avviso è necessario che le nuove regole introdotte dalla direttiva nel nostro ordinamento siano effettivamente conosciute e comprese dai risparmiatori e dagli investitori che sono proprio i soggetti ai quali tali maggiori tutele e protezioni sono indirizzate" scrive Scolari.

Tra le principali novità che "avranno prevedibilmente il maggiore impatto sulle scelte di investimento dei risparmiatori", il presidente di Ascosim ricorda la consulenza su base indipendente, che prevede il divieto di percepire incentivi monetari e non monetari da parti terze, "eliminando nei fatti il conflitto di interesse che si genera allorquando coincidono la figura del consulente e del distributore di prodotti finanziari". La consulenza su base indipendente prevede "l’obbligo di valutare un’ampia gamma di strumenti finanziari disponibili sul mercato" e "introduce una limitazione alle raccomandazioni di investimento aventi oggetto strumenti finanziari emessi o gestiti da entità appartenenti al medesimo gruppo".

Scolari ricorda, inoltre, che gli intermediari che realizzano e che distribuiscono prodotti finanziari "dovranno adottare procedure finalizzate ad identificare la tipologia di risparmiatore al quale proporre ogni prodotto finanziario e garantire che il prodotto non venga offerto a quelle tipologia di clienti le cui caratteristiche non risultino coerenti con i fattori di rischio del prodotto". La direttiva, inoltre, rafforza il principio dell'adeguatezza delle raccomandazioni di investimento con la previsione di un obbligo di valutare, da parte degli intermediari e dei consulenti finanziari, la tolleranza al rischio dell’investitore e la capacità di sostenere eventuali perdite.

Un altro capitolo è quello della trasparenza dei costi ed oneri: la nuova direttiva introduce l’obbligo di effettuare da parte degli intermediari una rendicontazione periodica di tutti i costi ed oneri applicati agli investitori a fronte dei servizi di investimento prestati e inerenti ai prodotti finanziari acquistati e detenuti in portafoglio. L’informativa sui costi (disponibile sia come valore percentuale sia come valore monetario) consentirà all’investitore di valutare l’impatto dei costi totali rispetto al rendimento del proprio investimento. "La portata delle nuove regole di condotta in capo agli intermediari e ai consulenti finanziari è rilevante ed è tale da poter modificare nella sostanza il rapporto con gli investitori ed i risparmiatori. In altri paesi europei, segnatamente il Regno Unito e l’Olanda, nei quali sono stati emanati provvedimenti nazionali che limitano la percezione di incentivi nella consulenza finanziaria, si sono osservate riduzioni sostanziali dei costi dei prodotti finanziari (fondi comuni di investimento in particolare)" sottolinea Scolari.

"Come in precedenti occasioni, il miglioramento e la maggiore trasparenza nel rapporto con gli intermediari finanziari dipenderà dall’incisività nell’applicazione delle regole di comportamento. Se il sistema finanziario si limiterà a conformarsi al nuovo quadro normativo privilegiando gli aspetti formali e burocratici, l’opportunità di accrescere il grado di fiducia non sarà pienamente colta. Molto dipenderà infine dalla diffusione di una corretta informazione ai risparmiatori e agli investitori" conclude il presidente.

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