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Anasf contro Esma, no alla "clausola di salvaguardia"

5/19/2015 | marcella.persola e alessandro.chiatto

Nel corso della conferenza annuale il presidente dell'associazione Maurizio Bufi ha raccontato tutti i dettagli della consultazione e la posizione di Anasf.


Chi fornisce informativa e chi fa consulenza dovrà avere conoscenza ed esperienza. E' questo uno dei nuovi aspetti contenuti nella bozza della proposta di Linee guida Esma emessa lo scorso 23 aprile e in consultazione fino al 10 luglio. Un elemento che stato oggetto della riflessione da parte di Anasf che ha partecipato alla consultazione e che respinge al mittente alcuni aspetti delle nuove linee guida, come la "clausola di salvaguardia".
Ma andiamo per ordine.

Lo scorso 23 aprile l’Esma ha aperto una consultazione avente ad oggetto la bozza di linee guida sulla valutazione delle conoscenze e delle competenze per chi fornisce consulenza e/o informazioni commerciali su servizi e strumenti finanziari. Le nuove Linee guida si applicheranno dal gennaio 2017 (ossia l'entrata in vigore della MIFID II) e prevedono il possesso sia di un’appropriata qualificazione (titolo di studio, attestato) sia di un’appropriata esperienza (riferita alla prestazione del servizio) e stabiliscono una serie di obblighi e di facoltà per il regolatore nazionale. E quest'ultimo avrà un ruolo chiave rispetto ai nuovi accessi alla professione.

Secondo Anasf, il modello italiano essendo un unicum in Europa, va salvaguardato e tutelato proprio per la sua specificità. Così come la prova valutativa di APF che combina requisiti di conoscenza e di competenza risponderebbe in pieno alle richieste di Esma. Così come sul fronte dell'aggiornamento professionale, Anasf si batterà perché sia riconosciuto il valore della formazione certificata.

Sul fronte invece di chi svolge l'attività, le Linee guida prevedono che gli intermediari assicurino il possesso di conoscenze e competenze necessarie alla prestazione del servizio e che è possibile stabilire una "clausola di salvaguardia" un’appropriata esperienza (minimo 5 anni continuativi) che supplisce all’eventuale mancanza di qualificazione. Su questo ultimo punto Anasf ha espresso tutta la sua contrarietà perché secondo l'associazione di categoria dei consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) essa non tiene conto delle specificità nazionali (Albo APF) e delle reali dinamiche del mercato del lavoro. Inoltre ha un effetto retroattivo di dubbia legittimità e crea una situazione di incertezza per molti professionisti operativi già da anni e per i loro clienti.

 

Ma sentiamo da Maurizio Bufi, presidente di Anasf , i dettagli della posizione dell'associazione.

 

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