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Scm SGR, obiettivo indipendenza da Sopaf

9/17/2012

Il management di Sopaf Capital Management Sgr sta provando a salvare le attività di gestione, pari a 660 milioni di euro, con un'operazione di management buy out.


Dopo la richiesta di fallimento avanzata da UniCredit (Sopaf, è vicina la bancarotta), il management di Sopaf Capital Management Sgr sta provando a salvare le attività di gestione con un'operazione in prima persona.
Proprio in questi giorni si sta affinando una proposta di management buy out (Mbo) per rilevare il 100% della Sgr, nata nel 2002 come Cartesio Alternative Investments.

 

Gli asset in gestione che ammonterebbero a 660 milioni di euro sono riconducibili per il 7% a investitori retail e per il 90% a istituzionali.

Il progetto, che dovrebbe concretizzarsi entro il 2012, punta a sganciarsi dal gruppo Sopaf.
Se l'iniziativa procederà, la maggioranza verrà acquisita da Professioni e imprese, una holding di partecipazioni emiliana. Quote di minoranza verranno acquisite da altri partner, non ancora del tutto definiti.

 


I dettagli

La fase di sganciamento dal gruppo dei fratelli Magnoni, prevede che la Sgr trovi una formula di piena indipendenza e sviluppi con l'amministratore delegato Andrea Toschi le attività impostate in questi anni. Scm Sgr si è ritagliata nei dieci anni di attività un ruolo e una fitta rete di contatti, un valore che il management non vuole perdere e cerca di proteggere.

I preparativi di separazione erano già in corso da tempo, infatti all'inizio del 2012 era stato predisposto un piano di rafforzamento industriale e di sganciamento dal perimetro Sopaf.

Nei dati di fine dicembre la perdita di Scm era di 1,3 milioni, ora in miglioramento. I problemi sono esplosi nel gruppo e per l'intera Sopaf l'operatività è rimasta soffocata dalla profonda crisi finanziaria.

 

 

Il caso Sopaf entra nel mirino dei pm

Sono due i fascicoli aperti dalla procura della Repubblica di Milano che coinvolgono aziende legate alle partecipazioni della famiglia Magnoni. Il primo giace sulla scrivania del pm Roberto Pellicano e riguarda il dissesto di Banca Network investimenti. Il secondo, più recente, a quanto risulta a «Plus24», sarebbe seguito, per il momento, dal procuratore aggiunto Francesco Greco e investe le vicissitudini della holding di partecipazioni Sopaf.

Entrambi i fascicoli sono rubricati a modello 45, cioè sono privi di notizie di reato e sono contro ignoti. Le due vicende, quella che ha portato al default della banca specializzata in collocamento di strumenti finanziari, e quella che sta appesantendo le ali della holding guidata da Giorgio Magnoni, sono strettamente connesse tra di loro.

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