I sindacati dei bancari e le delegazioni dell'Abi sono al lavoro per rinnovare il contratto nazionale di categoria. La soluzione, però, non sembra essere semplice e le parti sono distanti. I sindacati, infatti, hanno chiesto un aumento di 175 euro medi a regime (6,05%), cifra che, affermano, garantirebbe il recupero dell'inflazione per gli anni passati e per il prossimo triennio. L'Abi ha risposto che almeno per i prossimi due anni non sarà possibile prendere in esame alcun aumento contrattuale. 

Restano distanze anche sul modello di contratto, con i sindacati decisi a sbarrare la strada a un meccanismo di retribuzione simile al settore assicurativo, cioè con una parte fissa e l'altra variabile, legatta al raggiungimento degli obiettivi individuali e ai risultati aziendali. L'accusa che a questo proposito i sindacati fanno alla controparte è di voler destrutturare il contratto stesso aprendo la via anche a massicce esternalizzazioni, fino a copiare il settore assicurativo anche nella rete di vendita, affidandola ad agenti, subagenti e mediatori. Le banche replicano che la svolta digitale e la multimedialità richiedono nuove figure professionali e un grande lavoro di riadattamento del personale. I sindacati dicono di voler accettare la sfida del cambiamento e presenteranno un loro progetto di nuovo modello per le banche.