Cala il costo del lavoro in banca. Secondo i dati del rapporto 2013 dell'Abi, lo scorso anno il costo del personale per dipendente è stato pari a 75.000 euro. In termini reali si tratta del livello più basso dal 2003. Il costo unitario del personale nell'ultimo biennio è calato del 5,4% al netto dell'Irap e nel periodo 2003-2012 il decremento, a prezzi costanti, è stato del 3,1%.

Alla fine del 2012 nel sistema erano impiegati 309.540 addetti. Il rapporto contiene anche un indicatore di produttività misurata attraverso il totale dell'attivo per dipendente (Tad). Indicatore che a prezzi costanti è cresciuto di oltre 48 punti percentuali tra il 2003 e il 2012 grazie a una robusta crescita del totale dell'attivo (+36,9%) e a una contrazione occupazionale (-7,7%). In calo anche l'incidenza del costo del personale sui costi operativi: al 52,8% rispetto al 55,9% del 2003. Nel 2012 il calo rispetto all'anno precedente (53,2%) è dovuto a una contrazione dei costi del personale (-3,5%) maggiore della riduzione dei costi operativi (-2,7%).

L'analisi politica che l'Abi ha elaborato nel rapporto Abi 2013 sul mercato del lavoro nell'industria finanziaria non convince però i sindacati. "L'Abi dica chiaramente all'opinione pubblica se, nei 75.000 euro di costo medio per dipendente dei gruppi bancari italiani, sono compresi gli alti costi dei top manager e degli alti dirigenti". "Il teorema politico - prosegue la nota - secondo cui un significativo aumento di produttività e redditività possa passare attraverso una semplificazione delle strutture produttive e organizzative, che tradotto significa più reddito e più guadagni ma con meno occupazione, la rispediamo al mittente, in quanto per noi, solo attraverso la valorizzazione del capitale umano e professionale insieme al mantenimento degli attuali livelli occupazionali, si possono raggiungere importanti risultati gestionali".