Tempo di lettura: 2min

Ecco perché Fmi ha promosso le banche italiane

3/27/2013 | Massimo Morici

Il Fondo monetario dà ragione all'Abi: le classificazioni delle sofferenze degli istituti tricolori sono iper - prudenti e i paragoni con altri paesi sono fuorvianti. Il sistema è immune alla crisi ma non mancano i rischi


Se si verificasse il peggior scenario, le banche italiane sarebbero in grado ancora di resistere, perché si sono rafforzate grazie anche agli aiuti della Bce. Certo, i cuscinetti patrimoniali si svuoterebbero, ma il sistema si terrebbe in piedi, mentre gli choc sul mercato della liquidità possono in ogni caso essere riassorbiti grazie al rilevante ammontare del collaterale a disposizione degli istituti. Parole dell'Fmi che ieri ha concluso la sua missione in Italia, con due tappe cruciali a gennaio e a marzo, promuovendo gli istituti nostrani i quali, a differenza di quanto avvenuto in altri paesi, hanno raggiunto i requisiti di adeguatezza patrimoniali "con modesti apporti da parte dello Stato".

Le banche italiane, hanno spiegato gli esperti di Washington, hanno dimostrato "una notevole capacità di reagire di fronte a una recessione severa e prolungata nel Paese in presenza di una forte crisi in Europa". Una diagnosi positiva, anche perché “i risultati degli stress test preliminari suggeriscono” che il comparto nel suo complesso “dovrebbe essere in grado di resistere sia a uno scenario choc a ripetizione sia a una protratta lenta crescita, grazie alla forte capitalizzazione delle banche al sostegno di liquidità della Bce”. Una solidità costruita grazie anche all'importante ruolo di Bankitalia, un "fondamentale pilastro" della stabilità del sistema.

A sorpresa, vengono anche promosse le Fondazioni, enti che spesso sono azionisti di maggioranza degli istituti italiani e che non di rado finiscono nel mirino di chi sottolinea le debolezze del nostro sistema finanziario. Per l’Fmi, invece, hanno giocato un ruolo importante come investitori di lungo termine nell’azionariato, anche se “la loro presenza sistemica e la loro peculiare struttura di governance richiedono una vigilanza più stretta”. Certo, non mancano i rischi, hanno sottolineato gli esperti dell’Fmi. In particolare su due fronti: quello della perdurante debolezza dell’economia reale e quello dell’esposizione al debito sovrano italiano (le banche hanno i portafogli pieni di Btp).

Tuttavia, sul fronte della copertura dei crediti deteriorati (prestiti soggetti a una perdita di valore, come l'esposizione verso clienti a rischio di insolvenza) attraverso accantonamenti e collaterali, l'Italia mostra segnali di miglioramento (come segnalato più volte dall'Abi nei mesi scorsi) "sebbene i confronti internazionali possano essere fuorvianti, in quanto le regole di classificazione dei mutui sono molto più conservatrici in italia che altrove". Insomma, la classificazione delle sofferenze in Italia sono iper - prudenti. 

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?