Tempo di lettura: 1min
1/23/2013
A tre mesi dal Global financial stability report nel quale l'Fmi aveva collocato gli istituti italiani tra gli ultimi in Europa nella graduatoria dei meccanismi che regolano il funzionamento del credito, l'Abi ha incontrato i delegati del Fondo monetario internazionale, nel giorno in cui è scoppiato lo scandalo derivati su Mps che è costato la poltrona al presidente Giuseppe Mussari.
In particolare, il direttore Giovanni Sabatini, presentando un domcumento ufficiale ha spiegato che "la preoccupazione è che le raccomandazioni contenute nella lettera del direttore generale dell'Fmi, Christine Lagarde, siano basate sui confronti tra i vari paesi falsati da differenti principi contabili e regole di vigilanza". Per questo hanno chiesto all'Fmi una piena armonizzazione delle norme.
L'Abi ha poi spiegato che le banche italiane già oggi devono fare i conti con la rigida classificazione imposta dalla Banca d'Italia che non lascia spazio alla discrezionalità nella classificazione dei cosiddetti "crediti dubbi" (bad loans), come avviene invece in molti altri paesi dell'Eurozona.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie