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1/24/2025 | Marcella Persola
“Bisogna pensare in grande, guardando al futuro e non solo al breve termine”. Si racchiude in queste parole di Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Monte dei Paschi, dichiarate nel corso della conference call con gli analisti finanziari lo spirito che ha accompagnato l'operazione di MPS su Mediobanca (vedi qui la notizia sull'OPS).
Operazione che, come sottolineato dallo stesso a.d. della banca toscana, era già nota al MEF dal 2022 e che ha già ricevuta una prima bocciatura da parte degli analisti.
Gli esperti di Equita, infatti, così come riporta l'agenzia Ansa, si dichiarano dubbiosi. “A nostro avviso, l'operazione solleva diversi dubbi. Il premio riconosciuto risulta modesto, considerando anche la probabile riduzione dell'appeal speculativo sul titolo di Banca MPS. Riteniamo difficile identificare sinergie, mentre emerge il rischio di potenziali dis-sinergie. Inoltre, intravediamo difficoltà nel mantenimento e nell'apporto di nuove professionalità all'interno del gruppo risultante, con il rischio di una diluizione delle specificità distintive di Mediobanca” hanno commentato.
Osservazioni che però il ceo di MPS ha rimandato al mittente sottolineando come "Oggi siamo a presentare la migliore business combination industriale per un nuovo moderno gruppo bancario italiano, con una piattaforma integrata di servizi finanziari a 360 gradi unendo le forze con un gruppo finanziario che gode di una forte reputazione e di una posizione leader sul mercato".
Per Lovaglio quindi l'unione è tacciata come un' "incredibile opportunità" che "crea valore per gli azionisti di entrambi i gruppi". "MPS con Mediobanca può diventare un campione italiano con un modello globale tra i migliori sul mercato e in alcune aree di eccellenza possiamo competere anche in ambito europeo". Anche se l'obiettivo è di continuare a mantenere le competenze e il posizionamento dei due gruppi.
“Voglio chiarire fin da subito che continueremo a 'nutrire', diciamo così, i marchi MPS e Mediobanca, mantenendo le loro competenze e posizionamento unici. Si tratta di ”due marchi forti che lavoreranno insieme' ha aggiunto Lovaglio.
Dati alla mano, secondo le elaborazioni di Excellence Consulting, società guidata da Maurizio Primanni, se l'operazione MPS-Mediobanca dovesse andare in porto, nascerebbe un gruppo con una capitalizzazione pari a 21,3 miliardi di euro, posizionandosi sotto Intesa Sanpaolo (74,6 miliardi) e Unicredit (69,4 miliardi). Quest'ultima salirebbe a 82,2 miliardi di euro se l'operazione con il Banco BPM avesse esito positivo.
Ma gli analisti di Excellence Consulting hanno provato a dipingere un ulteriore scenario, ovvero la nascita di un gruppo che riunisce MPS, Mediobanca e Banco BPM. In questo caso il terzo polo sarebbe più solido e potrebbe vantare su una capitalizzazione di 34,1 miliardi di euro.
Di certo l'obiettivo da parte della banca guidata da Luigi Lovaglio è quello di creare un campione nazionale nel settore bancario, posizionandosi al terzo posto nei settori chiave, come in quello di Wealth Management e dei finanziamenti, grazie alla complementarità dei vari prodotti e servizi offerti che sono caratterizzati da un business diversificato e resiliente.
Un settore quello del WM dove gli stessi analisti di S&P avevano intravisto delle forti opportunità, vista la capacità delle banche italiane di aumentare la gestione della ricchezza. Infatti nel corso della presentazione alla stampa dell'outlook sul settore bancario avevano evidenziato come il tema del consolidamento sarebbe stato cruciale nel 2025, dopo le mosse di Unicredit per acquisire Banco BPM e Commerzbank e l'offerta di Banco BPM per Anima.
"La struttura del settore bancario probabilmente cambierà in modo significativo, aprendo la strada a operatori più solidi" avevano ipotizzato gli esperti di S&P Global Ratings. Difatti, anche se la struttura azionaria ostacolante di diverse banche potrebbe influenzare l'esito delle operazioni, S&P Global Ratings ritiene inevitabile il consolidamento.
“Il recente annuncio di un’offerta pubblica di scambio da parte di Monte dei Paschi di Siena (MPS) per acquisire Mediobanca, valutata circa 13,3 miliardi di euro, rappresenta un ulteriore tassello nel dinamico panorama delle fusioni e acquisizioni (M&A) nel settore bancario italiano. Questo fermento è in parte guidato dalla necessità per le banche di aumentare le proprie dimensioni al fine di ottenere sinergie operative e rafforzare la propria posizione competitiva” ha commentato Giacomo Calef, country head Italia di NS Partners ”Tuttavia, in un contesto caratterizzato dalla riduzione dei tassi d’interesse, che comprime i margini di interesse tradizionali, la diversificazione delle linee di business diventa cruciale. In particolare, il wealth management e l’asset management emergono come settori ad alta redditività, attirando l’interesse di molti istituti. È prevedibile che in futuro assisteremo a operazioni o nuovi accordi che coinvolgeranno anche player assicurativi, data la loro elevata redditività e le potenziali sinergie con il settore bancario".
La fase di consolidamento è solo all’inizio per Filippo Alloatti, head of financials for credit di Federated Hermes che raggiunto al telefono da Advisor ha sottolineato come già nel passato c’erano state avvisaglie, ma ora il gioco è iniziato. Per l’esperto della casa di gestione con questa operazione si realizzerebbe “il cosiddetto terzo polo, ammettendo che poi Unicredit riesca ad acquisire il Banco BPM e sarebbe un terzo polo più piccolo di Intesa e Unicredit, ma avrebbe un bilanciamento tra ricavi da commissioni, wealth management, banca d'affari e attività commerciale. Ci troveremmo di fronte a una piccola Intesa” – anche se secondo Alloatti non è detto che l’operazione vada in porto. Ci sarà una forte opposizione da parte di Mediobanca sia per la differente cultura di Siena, sia per l’indipendenza che ha sempre contraddistinto la merchant bank italiana. Per l’esperto, ci potrebbe essere una contromossa, ossia un’accelerazione dell’acquisizione di Banca Generali da parte di Mediobanca, così come si vocifera da tempo sul mercato, ma serve molta cautela. “Potrebbe essere una strategia di difesa di Piazzetta Cuccia contro l'avanzata dell'armata di Siena; potrebbero accelerare sul discorso Banca Generali, ma essendo Mediobanca il principale azionista di Generali e la compagnia il principale azionista di Banca Generali, ci sarebbero una serie di conflitti, quindi non potrebbe essere un’operazione svolta sotto-traccia, ma gestita alla luce del sole” evidenzia l’esperto.
Nel caso in cui l'acquisizione dovesse andare in porto, questa non solo dovrebbe ad accelerare l'attuazione del Piano industriale 2024-2028 di Banca MPS ma anche a creare valore per tutti gli azionisti. Quest'ultimi dovrebbero beneficiare di una maggiore redditività dei due istituti che si rifletterebbe in un dividend pay-out fino al 100% dell'utile netto, mantenendo allo stesso tempo un solidità patrimoniale.
Grazie alle sinergie in arrivo, Banca MPS si attende un RoTE proforma vicino al 14%, un CET1 ratio pro-forma al 16%, un'accelerazione dell'utilizzo delle DTA, le imposte differite attive, nell'ordine dei 2,9 miliardi di euro e infine quasi 700 milioni di sinergie ante imposte all'anno. Le sinergie saranno realizzare aumentando non solo l'offerta di prodotti e servizi ma anche rafforzando le varie competenze nelle diverse aree di business, come quelle di credito al consumo e mutui ipotecari.
Anche se come sottolineato infine dal ceo di MPS ci potrebbe essere un impatto sui ricavi. Lovaglio non esclude che alcuni banchieri di Mediobanca possano lasciare Piazzetta Cuccia in seguito all'acquisizione di MPS. "Degli impatti sui ricavi ci possono essere, perché perderemo dei talenti, ho visto molti banker che stanno lasciando le loro banche, è una questione anche naturale", ha detto Lovaglio, rispondendo alle domande di alcuni analisti, dubbiosi su una combinazione tra una banca commerciale e una banca di investimento. "Stiamo considerando anche un impatto negativo sui ricavi ma sarà marginale rispetto alla combinazione del business retail" nel credito al consumo e nell'asset management.
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