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9/4/2024 | Daniele Barzaghi
Le banche britanniche stanno intensificando la propria attività di lobby sul nuovo Governo britannico nel timore di una extra-tassa sui rendimenti.
In realtà nè il Primo Ministro Keir Starmer (in foto) né il ministro delle Finanze Rachel Reeves hanno dato segnali espliciti in tal senso, ma il recente riferimento del primo ministro al peso che dovrà ricadere su chi ha le "spalle più larghe" ha alimentato preoccupazioni tra i banchieri della City. Reeves, in effetti, dovrebbe incontrare i rappresentanti senior del settore nei prossimi giorni, anche se il Tesoro britannico ha preferito non rispondere a tali voci.
Reeves deve colmare un buco nelle finanze pubbliche di 22 miliardi di sterline (26 miliardi di euro) nel suo bilancio del 30 ottobre e una imposta sui redditi sarebbe più facile rispetto al taglio degli interessi che le banche britanniche guadagnano sulle riserve parcheggiate presso la Banca d'Inghilterra, che potrebbe distorcere gli effetti della sua politica monetaria.
Una specifica tassa sulle banche è stata introdotta nel 2011 per frenare il rischio e la crescita eccessiva dopo la crisi finanziaria globale e nessun governo britannico, neanche i precedenti esecutivi conservatori, ha mai pensato seriamente di privarsi di un simile strumento di raccolta di entrate.
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