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Tassa extraprofitti: attenzione ai dividendi

8/8/2023 | Marcella Persola

Secondo le prime stime la tassa avrebbe spazzato via dalla capitalizzazione di Borsa circa 10 miliardi di euro, ma una nota del Mef in serata chiarisce che...


La tassa sugli extraprofitti delle banche decisa e approvata dal consiglio dei Ministri del 7 agosto potrebbe costare cara a Piazza Affari. Secondo le prime stime degli analisti l’impatto avrebbe dovuto essere di circa una riduzione del 10% dell’utile netto delle banche. Nello specifico la tassa avrebbe spazzato via da Piazza Affari circa 10 miliardi di euro. E difatti la giornata dei titoli bancari è stata più che nera. In apertura (verso le 9.30) tutti i titoli quotati sono affondati con Intesa Sanpaolo che cedeva il 7,2%, Unicredit il 5,9%, Fineco il 5,49%, Mediolanum il 4,9%, e Banca Generali il 2,84 per cento. La giornata si è chiusa con il listino milanese che ha perso il 2,12% a 27.942 punti, bruciando 27,71 miliardi, di cui quasi 1/3 a causa del crollo dei titoli bancari. 

 

C’è da dire però che la prima bozza  che proponeva margini proposti al 3% per il primo anno e al 6% per il secondo anno, è stata rivista. Nel primo pomeriggio dell'8 agosto una nota del CDM confermava che l’imposta straordinaria, a carico degli intermediari finanziari, escluse le società di gestione dei fondi comuni d'investimento e le società di intermediazione mobiliare, era determinata applicando un’aliquota pari al 40 per cento sul maggior valore tra: l’ammontare del margine d’interesse, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 che eccede per almeno il 5 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022; l’ammontare del margine di interesse relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 che eccede per almeno il 10 per cento il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022”.

Tale imposta straordinaria versata nel corso del 2024 porterà secondo le prime stime (con i margini al 3 e 6%) delle maggiori entrate di circa due miliardi,  che saranno destinate al finanziamento del fondo per i mutui sulla prima casa e per interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese.

 

Secondo Giorgio Broggi, quantitative analyst di Moneyfarm “L'attenzione del mercato rimane sui dividendi, che saranno probabilmente influenzati negativamente da tale annuncio”. E l’altro aspetto è che “anche le banche francesi e tedesche hanno reagito male alla notizia (Credit Agricole a -2,2%, Commerzbank a -3,3% alle 10.30), manifestando la preoccupazione che misure simili possano essere implementate in altre economie europee (come ha già fatto anche la Spagna)” continua Broggi. In altre parole,”non è solo una questione italiana, e sicuramente le banche nel Regno Unito e altrove nell'UE sono attente a valutarne gli sviluppi all’interno dei propri confini”.

 

Secondo DBRS Morningstar se applicato sulla base del confronto tra il 2022 e il 2021, il prelievo bancario ammonterebbe a circa 2,1 miliardi di euro. Sebbene riteniamo che l'NII sia prossimo al picco, ci aspettiamo che i profitti nel 2023 siano ancora superiori a quelli del 2022, considerando gli ottimi risultati registrati nel primo semestre 2023 dalle maggiori banche italiane. Pertanto, DBRS Morningstar prevede che la nuova imposta supererà le aspettative iniziali del governo.

 

"Secondo la nostra opinione, un'imposta una tantum non avrebbe un impatto sostanziale sul credito delle banche, considerando i significativi miglioramenti della redditività realizzati dalle banche a livello di sistema negli ultimi trimestri, ed è improbabile che ostacoli in modo sostanziale l'erogazione di prestiti", precisa Andrea Costanzo, vicepresidente del team DBRS Morningstar European Financial Institutions. "Tuttavia, se la tassa dovesse diventare permanente, potrebbe avere implicazioni più negative per il merito di credito".

 

aggiornamento:

per rispondere alla giornata turbolenta vissuta dalle banche nella serata di martedì 8 una nota del Mef sottolineava che "La misura proposta dal ministro dell'economia e delle finanze, condivisa e approvata dal Consiglio dei ministri nasce sulla scia di norme già esistenti in Europa in materia di extra margini bancari". "Al tempo stesso - si precisa - la misura, ai fini della salvaguardia della stabilità degli istituti bancari, prevede anche un tetto massimo per il contributo che non può superare lo 0,1% del totale dell'attivo". Inoltre il Mef ha precisato che "Gli istituti bancari che hanno già adeguato i tassi sulla raccolta così come raccomandato lo scorso 15 febbraio con specifica nota da Bankitalia, non avranno impatti significativi come conseguenza della norma approvata". 

 

Infine dopo la firma del presidente della Repubblica, il decreto Asset, che contiene tra l'altro la nuova tassa sugli extraprofitti delle banche, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ed entra in vigore da venerdì 11 agosto, tuttavia nella relazione tecnica al decreto riconosce un effetto positivo per le casse dello Stato dagli extraproffiti ma non dà alcun numero sul gettito potenziale, dove si parla di "effetti positivi in termini di entrate prudenzialmente non stimati".

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