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3/31/2020 | Redazione Advisor
Dopo Banca Generali, Banca Mediolanum e Unicredit, anche Intesa San Paolo ha deciso di sospendere il dividendo. Il consiglio d'amministrazione di Intesa Sanpaolo, infatti, ha deciso di sospendere la proposta di distribuzione cash agli azionisti di circa 3,4 miliardi di euro, pari 19,2 centesimi di euro per azione, all'ordine del giorno dell'assemblea ordinaria convocata per il 27 aprile 2020, e ha deliberato di proporre alla prossima assemblea ordinaria l'assegnazione a riserve dell'utile dell'esercizio 2019. La decisione è stata presa in coerenza con la raccomandazione Bce.
Carlo Messina, ceo di Intesa San Paolo, spiega che “abbiamo preso una importante decisione relativa alla politica di remunerazione dei nostri azionisti. Nel 2019 Intesa Sanpaolo ha pienamente raggiunto tutti gli obiettivi; abbiamo conseguito un utile netto pari a 4,2 miliardi di euro – il più elevato degli ultimi 11 anni – rafforzando allo stesso tempo la patrimonializzazione e il profilo di rischio, ai vertici del settore in Europa. Di conseguenza il nostro CdA, a febbraio, ha approvato una proposta di dividendo per azione di 0,192 euro. In questa fase di eccezionale emergenza che il nostro Paese e il mondo intero si trovano ad affrontare, abbiamo deciso di raccogliere le indicazioni provenienti dalle autorità di supervisione. Di conseguenza abbiamo rinviato la distribuzione del dividendo relativo all’esercizio 2019, riservandoci di esaminare la distribuzione del dividendo originariamente previsto, convocando una nuova Assemblea degli azionisti dopo il 1° ottobre”.
“Tenendo conto della sospensione della distribuzione di dividendi - prosegue Messina - il nostro coefficiente patrimoniale Common Equity Tier1 ratio pro‐forma a regime a fine 2019 sarebbe pari al 15,2% e il capitale eccedente i requisiti sarebbe pari a oltre 16,5 miliardi di euro. Se applicassimo le recenti modifiche sui vincoli di capitale approvate dalla BCE, l’eccesso di capitale aumenterebbe a circa 19 miliardi di euro. Le banche come Intesa Sanpaolo, dotate di un eccesso di capitale ai vertici di settore e di una eccellente efficienza operativa, sono quelle più resilienti nelle fasi difficili e, come tali, sono quelle che beneficeranno del cosiddetto effetto flight‐to‐quality e che, nei prossimi mesi, potranno tornare a remunerare gli azionisti con dividendi elevati e sostenibili. Riteniamo che la distribuzione di dividendi in contanti da parte delle banche con elevata patrimonializzazione – in grado di mantenere anche in circostanze complesse il ruolo di supporto a famiglie e imprese – sia importante per gli azionisti retail e rappresenti un cruciale supporto alle erogazioni da parte delle fondazioni, particolarmente necessario in un contesto come quello determinato dall’epidemia da Coronavirus”.
Il ceo sottolinea come me “La nostra Banca si contraddistingue e continuerà a contraddistinguersi per la capacità di remunerare gli azionisti in maniera significativa e sostenibile e per essere il motore della crescita inclusiva. Per quanto attiene l’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria sulle azioni ordinarie di UBI Banca, siamo convinti che l’operazione, in questa fase così straordinaria, assuma ancora maggiore valenza strategica e rappresenti per UBI Banca una prospettiva ancor più rilevante: elevata patrimonializzazione, robusta copertura dei crediti deteriorati, dimensione, diversificazione e capacità di investimento hanno ora più valore che in tempi normali. La creazione di una Banca in grado di generare ulteriori benefici per tutti gli stakeholder e di rappresentare un solido supporto all’economia reale e sociale rappresenta un rafforzamento complessivo del Paese”.
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