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7/15/2011 | Massimo Morici
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, intervistato dal Wall Street Journal, risfodera un suo vecchio cavallo di battaglia: gli eurobond. Che sarebbero la risposta più efficace per l'Europa ai mercati, ormai sempre più scettici sulle capacità dell'Ue di saper fronteggiare la crisi debitoria che interessa il 40% dell'eurozona.
Secondo il titolare di via XX Settembre, questi titoli invece, che sarebbero emessi da una speciale agenzia per poi essere sottoscritti da tutti i paesi dell'area euro, potrebbero rimpiazzare gradualmente una buona fetta del debito sovrano europeo. Già nel 2010 l'Italia aveva proposto questa soluzione, in uno scambio di lettere private, e durante la caduta dell'Europa negli scorsi mesi Tremonti l'ha rilanciata apertamente più volte. Un'ipotesi che del resto piace a quasi tutti i partner europei, tranne uno (di peso): la Germania.
"La funzione storica e il trend dell'Unione Europea, sin dalla sua progettazione, è sempre stata la convergenza. Quello che sta emergendo ora, invece, è la segmentazione, l'egoismo e il localismo", ha spiegato Tremonti al WSJ, auspicando il ritorno allo spirito del maggio 2010, quando partì la prima tranche di aiuti europei per Atene, da contrapporre allo "spirito autunnale" di Deauville (ottobre 2010), quando Francia e Germania proposero per la prima volta al settore privato di partecipare al salvataggio della Grecia. E stamattina, infatti, è arrivata la secca bocciatura della proposta degli eurobond, come strumento da adottare per risolvere la crisi del debito sovrano, da parte del portavoce della Cancelliera Angela Merkel. "I creditori privati devono contribuire al secondo piano di salvataggio della Grecia", ha aggiunto.
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