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5/12/2017
I temi chiave della sostenibilità ambientale, sociale ed etica hanno un ruolo sempre più rilevante sull’operatività e sulle decisioni dei più importanti enti finanziari in materia di allocazione dei finanziamenti. È quanto risulta dallo studio cash with a conscience che Arcadis, società attiva nella progettazione e nella consulenza per le risorse ambientali e gli asset immobiliari, ha condotto esaminando i dati di settore e i report di sostenibilità più recenti di 50 preminenti banche e fondi privati di investimento negli Stati Uniti e in Europa.
Dai risultati, in particolare, emerge che le banche esaminate hanno una maggiore “coscienza” rispetto ai fondi privati di investimento: tra le prime, infatti, il 90% ha regolarmente monitorato e fornito report sulle cosiddette performance ESG (Environmental, Social and Corporate Governance) legate alle proprie attività, e oltre il 70% utilizza il GRI (Global Reporting Initiative) nella rendicontazione del proprio Bilancio di sostenibilità. La maggioranza, inoltre, è firmataria di iniziative correlate quali, ad esempio, i Carbon Principles, gli Equator Principles, i Green Bonds Principles, gli IFC Performance Standards o i Principi delle Nazioni Unite per l’investimento responsabile (UN PRI).
Tale posizione e trasparenza risulta invece inferiore nei fondi privati di investimento, che si attestano in media su livelli di monitoraggio ESG e conseguente reporting inferiori al 30%. Nel raffronto tra aree geografiche, inoltre, gli enti finanziari europei appaiono più consapevoli dei fattori ESG rispetto ai loro omologhi negli Stati Uniti, con oltre il 50% favorevole a pratiche che includono il possesso e la pubblicazione di un bilancio di sostenibilità e la nomina di un responsabile in ambito ESG. I dati dimostrano come in seguito alla crisi finanziaria globale gli enti finanziari, soprattutto le banche, stiano affrontando forti pressioni provenienti dagli stakeholder, in particolare governi e consumatori, in tema di responsabilità e sostenibilità. Ciò determina due effetti: da un lato, che le banche prestano una sempre maggiore attenzione all’impatto ambientale, sociale ed etico dei progetti da finanziare, arrivando a prevedere “premi di rischio ESG” o addirittura a negare la concessione di finanziamenti; dall’altro, che i fondi di capitale e i gestori di progetti su larga scala devono valutare i parametri ESG proprio in base ai criteri delle banche per avere accesso al loro credito.
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