Tempo di lettura: 1min
1/28/2015
Contro il decreto legge che vuole trasformare le prime dieci banche popolari in società per azioni, scendono in campo anche i 15mila bancari che venerdì scenderanno in piazza (a Milano, Ravenna, Roma e Palermo) in rappresentanza dei 300mila impiegati del settore che hanno proclamato lo sciopero per il rinnovo del contratto nazionale dopo che l’Abi aveva lo scorso autunno disdettato quello in vigore.
Assopopolari lancia ai sindacati dei bancari un allarme occupazionale che, per effetto della riforma, potrebbe colpire 20 mila posti di lavoro. Precisando che in «due anni determinerà una contrazione pari a 3 punti percentuali di Pil e un calo dei crediti a clientela di 80 miliardi di euro, di cui 25 miliardi per le famiglie e 55 per le imprese». La questione continua a far rumore anche alla Consob dove si stanno monitorando le anomalie emerse in Borsa dopo l’imprevisto annuncio del governo.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie