Mancano pochi giorni per trovare una soluzione per Fondazione Mps e le permetta di votare a favore dell'aumento di capitale di 3 miliardi di euro della conferitaria. Venerdì 27, infatti, si terrà l'assemblea straordinaria della banca ceh sarà chiamata ad approvare la ricapitalizzazione. 

 

Palazzo Sansedoni vorrebbe bocciare la delibera del consiglio di amministrazione, ottenendo così un rinvio dell'aumento di almeno un trimestre. Una mossa necessaria per normalizzare la situazione finanziaria dell'ente e onorare così un debito da 340 milioni contratto sotto la precedente gestione. Un rinvio, però, non appare probabile e un accordo in extremis davvero distante. 

 

Intanto, Confindustria Siena ha chiesto, attraverso una nota ufficiale, l'intervento della cassa depositi e prestiti, per "non rischiare di consegnare la più antica banca del mondo al controllo del capitalismo finanziario internazionale". 

 

L'unica possibilità per evitare il braccio di ferro in assemblea sembra essere l'arrivo di un "cavaliere bianco" pronto a rilevare la quota Mps in mano alla Fondazione, il 33,5%. L'ente presieduto da Antonella Mansi, tuttavia, "smentisce categoricamente qualsiasi ipotesi di cessione". 

 

In ogni caso, la Fondazione è destinata a dismettere i vestiti del grande azionista, ma resta da capire se diventerà una public company, come vorrebbero i vertici di Banca Mps, oppure avrà nuovi azionisti di riferimento.