La Francia vara un riforma soft per i suoi istituti bancari. Di conseguenza, spiana il terreno alle stesse iniziative in Gran Bretagna (la legge dovrebbe essere votata nel 2015 ed entrare in vigore nel 2019), negli Stati Uniti ("regole Volcker" attese per metà 2013) e nell'Unione europea (a partire dalla direttiva Liikanen). Lo riporta il Sole 24 Ore secondo cui, il provvedimento si preoccuperebbe di salvaguardare il modello francese della "banca universale". Mancano ancora diversi step e il processo parlamentare potrebbe modificare alcuni aspetti delle misure.
 

 

E' comunque la prima legge della sua specie e il ministro dell'economia Pierre Moscovici (nella foto) ha aggiunto che si tratta di "una decisione in grado di cambiare profondamente e per sempre lo scenario finanziario della Francia". Le banche dovranno mettere in piedi una propria società, legalmente autonoma sul fronte "operazioni su mercato". Quindi, una fetta delle attività che oggigiorno fanno capo alle filiali di investiment banking. 
 

 

Le banche francesi individuate sarebbero due, BNP Paribas e Société Générale. Gli istituti non potranno più detenere partecipazioni in hedge fundo e certe operazioni subiranno un netto divieto: quelle sui derivati vincolati a materie prime agricole e quelle di trading ad alta frequenza. 

La legge rinvigorisce anche il settore del controllo. L'authority competente e il nuovo Consiglio di stabilità potranno imporre agli istituti strati e parametri di capitalizzazione e ratio di liquidità superiori a quelli standard, schermare determinate operazioni e intervenire sulla governance delle banche in caso di rischio fallimento.