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Giappone, la paura torna sui mercati

3/14/2011 | Federico Leardini

In una sola seduta i listini giapponesi si rimangiano i guadagni di tre mesi di ripresa. Il rischio recessione è dietro l'angolo e la BoJ interviene d'urgenza per ridare ossigeno all'economia


INTERVIENE LA BOJ - Il riflesso finanziario del cataclisma che ha colpito il Giappone lo scorso venerdì non poteva essere più evidente: il Nikkey perde oltre 6 punti percentuali, il greggio torna sotto i 100 dollari a NY e la bank of Japan, decide quasi all'unanimità di quadruplicare i fondi statali a sostegno della ripresa.

Con una decisione d'urgenza l'istituto centrale ha votato per un incremento a 18mila miliardi di Yen (circa 200 miliardi di dollari) nell'erogazione di fondi per l'acquisto di asset dal mercato, con lo scopo di "anticipare un deterioramento del clima d'affari e un aumento dell'avversione al rischio nei mercati finanziari, tale da pregiudicare l'attività economica".

Deciso anche un investimento I vertici politici ed economici di Tokio hanno affermato di monitorare da vicino la situazione delle imprese e il sentiment dei mercati locali, attendendosi un peggioramento del sentiment dopo gli eventi del weekend.

Ma finchè non si saranno interrotte le scosse di assestamento e non saranno fatte delle stime realistiche sui danni risulta perfino difficile imamginare quali possano essere i tempi di recupero per l'economia del sol levante.

 

MERCATI SCOSSI - Quel che è certo è che il flebile clima di fiducia che era tornato ad aleggiare sul mercato giapponese è stato spazzato via: la chiusura del Nikkei a -6,2% porta l'indice ai minimi dell'anno, ai livelli dello scorso novembre.

Ribassi piuttosto notevoli anche per lo Yen, che perde nei comfronti degli altri principali cross mondiali, e per molte materie prime: su tutte l'uranio, in netto calo dopo i ripetuti incidenti occorsi nelle ultime ore nelle centrali nucleari nipponiche che hanno sollevato l'allarme atomico sul paese e la sfiducia tra i broker di commodity: "L'energia nucleare potrebbe essere vista come pericolosa - ha affermato Minggao Shen, capo della ricerca sulla Cina di Citi - e l'economia globale può tornare a basarsi sui combustibili fossili, andando avanti fino a quando un sostituto sicuro ed economico sarà disponibile"

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