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9/27/2012 | Roberto Abate
Le banche hanno avuto uno strano rapporto con l'industria dell'asset management: lo abbracciano quando i mercati salgono, nonotante il fatto che le economie di scala tendono ad essere sfuggenti. In periodi di crisi, invece, l'attenzione è verso le perdite, più profonde che altrove. Lo rileva il Financial Times nella rubrica Lex Column. Il quotidiano finanziario elenca i casi più recenti.
A partire dall'ultima indiscrezione di una possibile fusione delle divisioni di asset management e private banking in Credit Suisse, che contribuirebbe ad tagliare i costi del gruppo. Ma non è la sola. Bofa's Merrill Lynch ha venduto la divisione wealth management non USA a Julius Baer, mentre Citigroup sta per cedere gran parte di Smith Barney a Morgan Stanley e la francese Société Générale sta vendendo la sua quota in TCW, un asset manager statunitense, a Carlyle Group. Gli olandesi di ING, poi, dovranno vendere la divisione di asset management nel 2013 come penalità per aver ricevuto aiuti di stato.
Deutsche Bank, infine, che stava per vendere il suo asset manager negli USA, sta consolidando asset e wealth management in una divisione per cercare di realizzare economie di scala. "L'atteggiamento confuso mostrato dalle banche- chiosa FT - dimostra che sono dei proprietari solo nei tempi buoni. Ed è un peccato per ché il risparmio gestito è una delle più belle economie scalabili"
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