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8/23/2012 | Redazione Advisor
Ricordate il proclama di Deng Xiaoping (pioniere della riforma economica cinese e l'artefice del "socialismo con caratteristiche cinesi") sulla "gloriosità" dell'arricchirsi? Da quando i cinesi lo hanno preso per buono, in molti credono che il sistema comunista abbia cambiato volto e si sia trasformato nell'ultimo, estremo modello di capitalismo. Tuttavia, questa sorte di karma non vale certo per il sistema bancario - spiega il quotidiano Sole24Ore - che resta lontanissimo dagli estremi del capitalismo finanziario. Le banche cinesi, cresciute in dimensioni fino a divenire il top per asset, restano, nonostante la generazione di profitti, un esempio di "francescana sobrietà" rispetto a quanto incassano i colleghi europei.
Lo squilibrio sta tutto qui: i compensi dei bankers americani ed anglosassoni surclassano quelli dei colleghi cinesi rispetto alle entrate generate dalle proprie banche. Se, quindi, Jamie Dimon (eco della principale banca americana) si mette in tasca 1,21 milioni di dollari per ogni miliardo di utili prodotto dalla sua JP Morgan, in proporzione Jiang Jianqing, numero uno della più redditizia banca del mondo, Industrial & Commercial Bank of China, riceve solo 9.400 dollari: 129 volte in meno. I compensi totali di Dimon sono stati di 23 milioni nel 2011, un po' di più di quanto percepito dai colleghi Stuart Gulliver (Hsbc; 21 milioni) e Bob Diamond (ex eco Barclays, 19 milioni).
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