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8/16/2012 | filippo.brunamonti
La spirale da spezzare è una sola: arginare al più presto il problema del debito bancario in Europa. Secondo il quotidiano Wall Street Journal, le banche europee stanno cercando di ridurre la montagna di "bad debt" (debito cattivo), ma certo non basta un'oliata operazione di ingegneria finanziaria per mettere a posto le cose.
Stando allo studio di una compagnia di servizi finanziari, PricewaterhouseCoopers, le banche europee hanno portato avanti prestiti "non core" per una cifra record pari a 27 miliardi di euro (33 miliardi di dollari) nella prima metà del 2012, e potrebbero toccare i 50 milioni di euro alla fine dell'anno stesso, dopo i 36 milioni di euro siglati nel 2011. Ciò che si nota è che gli investitori hanno a disposizione adesso 65 milioni di euro per rastrellare e comprare in blocco questi finanziamenti/prestiti non appena le banche se li scrolleranno finalmente di dosso.
Molte banche di investimento stimano che il settore entro cui loro stesse operano subirà un rapido restringimento, passando da 2,5 trilioni di euro a 2. Lo studio PricewaterhouseCoopers evidenzia che i nonperforming loans nel settore bancario europeo sono cresciuti del 10% lo scorso anno per arrivare ad un totale di 1 trilione di euro, e si sono più che duplicati dalla fine del 2008. Mentre sembra andar meglio in Gran Bretagna e in Germania, il resto dell'eurozona deve continuare a fare i conti con i prestiti caduti in default.
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