Secondo un'indagine del Financial Times, le riserve in valuta straniera della Svizzera sono cresciute del 40%. Il passaggio è evidente: da nono a sesto posto dopo Giappone, Arabia Saudita, Russia e Taiwan
C'è una nuova Cina, là fuori, attiva soprattutto nel mercato valutario. E si chiama Svizzera. Secondo gli analisti - come scrive il Financial Times - la Banca nazionale svizzera si è vista costretta ad acquistare decine di miliardi di euro, nel periodo tra maggio e giugno, dopo che la crisi nell'eurozona ha messo alle strette il franco svizzero. Tant'è vero che a maggio spuntò l'ipotesi di tassare i depositi in valuta elvetica, mentre l'euro si assestava sotto quota 1,26 dollari. La banca, spiegano gli analisti, avrebbe acquistato euro per un valore complessivo di 3 miliardi di franchi, nel tentativo di bloccare il cambio delle due divise a 1,20.
Come risultato, le riserve in valuta straniera della Svizzera sono scattate a +40% (tradotto: 365miliardi di franchi) decretando così il balzo dal nono al sesto posto in qualità di detentore di valuta estera dopo Cina, Giappone, Arabia Saudita, Russia e Taiwan. Insomma, un vero e proprio traguardo per la Confederazione. Nel secondo trimestre del 2012, le riserve di euro della Banca centrale svizzera sono schizzate dal 51% al 60%. “La Svizzera è indubbiamente la nuova Cina delle valute”, ha sottolineato Steven Englander (Citigroup). Il piano della Banca centrale svizzera è in parte connesso al rafforzamento del dollaro australiano e della corona svedese, che ha acquistato nel tentativo di vendere una fetta delle riserve in euro.
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