Ad una settimana dal taglio dei tassi operato da Bank of China, ecco arrivare il commento di HSBC Global Asset Management. La Cina, si legge nel comunicato, sta tentando di ridurre i costi del capitale immettendo maggiore liquidità alle banche periferiche. Ed ora la piega è quella di abbassare la soglia dei tassi di prestiti allo 0,8%.
 

 

Il taglio dei tassi potrebbe portare il mercato a conseguenze peggiori del previsto. Probabilmente perché l'operazione non era stata pronosticata: gli analisti prevedevano solo qualche altra riduzione della riserva obbligatoria per le banche. Invece la Pboc ha fatto ciò che non accadeva dal dicembre 2008 quando, per contrastare la crisi finanziaria, tagliò i tassi d'interesse per la quinta volta nel giro di appena tre mesi.

 

Nelle intenzioni della Cina, il taglio del costo del denaro rappresenta il tentativo di tonificare un'economia vacillante. Pochi giorni fa, la People's Bank of China ha annunciato una riduzione di 25 punti base dei tassi d'interesse ufficiali: quelli sui prestiti sono scesi al 6,31%, mentre quelli sui depositi sono stati limati al 3,25 per cento.
 

 

La banca centrale cinese ha optato anche per dare più margine di movimento alle politiche creditizie delle banche. La maggiore flessibilità concessa dalla Pboc alle banche è un provvedimento da non sottovalutare. Di fatto pone le basi per la futura liberalizzazione del mercato del credito cinese.

Secondo HSBC, da una prospettiva macroeconomica, la liberalizzazione dei tassi di interesse porterà ad una solida competizione su mercato, sino a condurre il gioco verso un incremento dell'allocazione del capitale ed un ribilanciamento della crescita economica.